
Uno dei libri nell'Archivio dell'Opa
Pisa, 11 settembre 2025 - Domani a Cagliari, nell’ambito del convegno promosso dal coordinamento nazionale Musei Archivi Biblioteche (noto come MAB), Manuel Rossi, responsabile dell’Ufficio Patrimonio Artistico e Archivio dell’Opera della Primaziale Pisana, presenta le novità e la direzione di lavoro per ampliare l’accesso a un patrimonio unico, nel pieno rispetto della tutela.
Che cos'è l'Archivio dell'Opera della Primaziale Pisana Con continuità istituzionale attestata almeno dal 1053, l’Opera della Primaziale Pisana è tra gli enti pubblico-ecclesiastici più antichi al mondo, tuttora operativi. La documentazione prodotta in quasi un millennio è stata versata, per la parte più antica, all’Archivio di Stato di Pisa; mentre l’Opera conserva nei propri edifici quello che viene definito come archivio corrente, ovvero circa 750 metri lineari di documenti che vanno dal XV secolo a oggi, articolato in tre fondi principali: storico, fotografico e musicale. La consultazione di un archivio di questa natura non restituisce soltanto la memoria dei cantieri e dei restauri della celebre Piazza dei Miracoli, ma grazie alla profondità e alla varietà delle sue carte, costituisce una risorsa documentaria di raro valore pubblico, capace di alimentare ricerche di storia dell’arte, storia economica, storia delle maestranze e del lavoro, musicologia, storia sociale e delle consuetudini.
Così, ad esempio, dagli atti di committenza e dai capitolati possono essere ricostruite le catene di approvvigionamento e la provenienza dei materiali; dai registri e dalle corrispondenze può essere conosciuta l’organizzazione dei cantieri di epoche passate, le maestranze, i mestieri e i salari fino alla circolazione di tecniche e di saperi; e poi ancora, il fondo musicale non documenta solo la storia della Cappella Musicale, ma anche i repertori e l’evoluzione delle prassi esecutive; e poi le fotografie, i disegni e i rilievi mostrano l’evoluzione di tutti gli interventi di tutela di uno dei complessi monumentali più famosi al mondo. Un corpus documentario di grande valore storico, che compone una sorta di atlante che, dal Medioevo a oggi, mette in luce l’intreccio tra beni culturali, saperi tecnici, economie e società lungo traiettorie mediterranee e orizzonti europei. Conservare e rendere fruibile Custodire un archivio di questa natura significa mettere in sicurezza supporti diversi (carte, planimetrie, disegni, partiture, fotografie su carta e su vetro), programmare prevenzione conservativa e restauri mirati. La fruizione si fonda su inventari e banche dati sempre più digitali, e con riproduzioni che tutelino gli originali, ma che permettano la consultazione da parte di studiosi, scuole e cittadinanza.
Le novità in arrivo Due progetti segnano il passo tra tradizione e innovazione e saranno presentati proprio in occasione del convegno di Cagliari: La messa online della schedatura di 9 mila documenti relativi al Camposanto di Pisa, che offrirà una consultazione ampia e da remoto; La digitalizzazione di oltre mille negativi su lastre di vetro della fototeca ottocentesca, così da proteggere gli originali e aprire nuove possibilità di studio e racconto.
«L’Archivio è un servizio pubblico di conoscenza» commenta Manuel Rossi «il lavoro dell’Opera della Primaziale Pisana tiene insieme tutela e consultazione, aprendo le porte alla ricerca scientifica. L’incontro di Cagliari – promosso dal coordinamento nazionale MAB – sarà il contesto in cui presentare questi sviluppi senza perdere di vista l’obiettivo: conservare meglio per far conoscere di più, unendo tradizione e innovazione al servizio della collettività».