REDAZIONE PISA

Da Pisa parte il grido dei precari. Raccolte 12mila firme in 48 ore: "Chiediamo stabilità sul lavoro"

Parla il promotore dell’iniziativa, l’insegnante e capogruppo di Sinistra Unita Luigi Sofia "Siamo stati giudicati idonei al concorso Pnrr, ma ora il sistema ci volta le spalle". La denuncia.

Parla il promotore dell’iniziativa, l’insegnante e capogruppo di Sinistra Unita Luigi Sofia "Siamo stati giudicati idonei al concorso Pnrr, ma ora il sistema ci volta le spalle". La denuncia.

Parla il promotore dell’iniziativa, l’insegnante e capogruppo di Sinistra Unita Luigi Sofia "Siamo stati giudicati idonei al concorso Pnrr, ma ora il sistema ci volta le spalle". La denuncia.

In sole 48 ore sono state raccolte 12mila sottoscrizioni online in tutta Italia. E’ la carica dei precari storici della scuola e dei neo-laureati risultati idonei al concorso docenti Pnrr 2023/24, ma che al momento vivono una situazione di stallo nonostante il superamento delle prove concorsuali. "Nella lettera - indirizzata alle principali organizzazioni sindacali e ai gruppi parlamentari – i docenti firmatari si appellano alle istituzioni perché mettano in campo un intervento urgente per garantire la stabilità lavorativa e la dignità professionale dei lavoratori", spiega l’insegnante e capogruppo di Sinistra Unita in consiglio comunale di Pisa, Luigi Sofia, promotore della raccolta firme. "Abbiamo superato prove selettive, tanti di noi hanno già dimostrato il proprio valore sul campo e siamo stati giudicati idonei da un sistema che ora ci volta le spalle, lasciandoci in balia della precarietà. Al momento nessuno degli idonei conosce l’esito del posizionamento in graduatoria. Saremo condannati a svolgere un altro concorso, alle medesime prove, durante il prossimo autunno. E’ inaccettabile". "L’esito del concorso – aggiunge Sofia – è stato viziato, inoltre, dalla mercificazione di crediti (necessari per l’abilitazione all’insegnamento) e di titoli, tra cui certificazioni linguistiche, informatiche, master e dottorati, che hanno condizionato la graduatoria dando maggiore importanza a quest’ultimi rispetto agli anni di servizio. "Non siamo numeri da inserire in graduatorie di cui non conosciamo neanche l’esito finale e la nostra collocazione precisa, né persone da utilizzare come bancomat per le università telematiche ed enti privati che si occupano di erogare a costi carissimi, master e certificazioni che gonfiano i punteggi in una inesorabile guerra tra poveri, tutti contro tutti – tuonano i professori –. Non si può pagare per lavorare. Siamo docenti, educatori, formatori delle future generazioni di questo Paese, e meritiamo di essere trattati con dignità e rispetto". "Ancora oggi non conosciamo quando inizieranno gli scorrimenti, quali sono i posti, le cattedre disponibili per le Gps (Graduatorie provinciali di supplenza), dove nonostante i miei 4 anni di insegnamento mi vedrò passare avanti persone con un anno di servizio civile nel curriculum per le quali è previsto un titolo di riserva (il 15% sul totale dei posti vacanti). Oggi pago le conseguenze della decisione presa in passato di interrompere la mia esperienza di servizio civile al decimo mese per accettare una supplenza a scuola", racconta il capogruppo pisano di Sinistra Unita. "Chiediamo con forza che le nostre istanze vengano ascoltate e che si ponga fine a un sistema che premia l’incertezza e penalizza chi ha dimostrato competenza e passione. Vogliamo un impegno concreto e immediato da parte delle istituzioni, affinché la stabilità lavorativa diventi una realtà e non un miraggio. La nostra battaglia è appena iniziata, e non ci fermeremo".

Ilaria Vallerini