
L’inchiesta, ancora in corso è condotta dalla Squadra Mobile di Livorno (Foto Novi)
CASCINA (Pisa)Corruzione e riciclaggio. Con queste accuse è stato arrestato il dirigente provinciale dei vigili del fuoco di Livorno Giuseppe Mazzotta, residente nel cascinese e già vicecomandante dei vigili del fuoco pisani. L’indagine - si apprende - è ancora in corso e potrebbero esserci anche ulteriori clamorosi sviluppi.Per questo non è possibile avere particolari più dettagliati. Si sa solo che l’attenzione degli investigatori si è concentrata proprio sul rilascio di permessi antincendio. In alcuni casi ci sarebbe stato il pagamento di somme di denaro per avere via libera più facilmente. Ma è chiaro che siamo ancora nella fase preliminbare e tutte queste accuse dovranno essere argomentate e supportate da prove. Perché Giuseppe Mazzotta, portato al carcere Le Sughere dagli agenti della Squadra mobile di Livorno, aveva già subito accuse simili in passato – una inchiesta risalente al 2016 condotta dalla Procura di Pisa e che coinvolgeva anche la moglie –, ma poi era stato anche ampiamente scagionato (assolto per non aver comnesso il fatto).Intanto ieri mattina si è svolto il primo interrogatorio in carcere alla presenza del legale difensore di fiducia Mazzotta, l’avvocato Roberto Nuti. Tutte da chiarire le eventuali responsabilità del dirigente dei vigili del fuoco, sessantenne, che è originario di Lecce, ma che abita nel Comune di Cascina e lavora a al comando provinciale di Livorno dei vigili del fuoco. La procura labronica avrebbe disposto anche alcune perquisizioni e sequestrato del materiale e documenti negli uffici e nell’abitazione del funzionario. Oltre a Mazzotta, iscritto all’ordine degli Ingegneri (laurea in ingegneria civile), ci sarebbero altri indagati, ma al momento a piede libero, non sottoposti a misure di privazione della libertà. Per Mazzotta l’arresto sarebbe motivato dalla possibilità di ’inquinamento prove’.