
Ibrahima Dieng col piccolo Babacar
Pisa/Firenze, 7 giugno 2025 - Una città che si stringe attorno a un bambino per garantirgli il futuro. È un lieto fine per l'avventura toscana del piccolo Babacar, il bambino senegalese di due anni venuto in Italia per curare una malattia agli occhi che nel suo Paese, il Senegal, non è trattabile. Dopo aver garantito al piccolo ospitalità, oggi Firenze diventa il centro di una catena di solidarietà che attraversa confini, cuori e generosità. Un'apericena di raccolta fondi che si terrà in via di Spinello Aretino a Grassina dalle 19.30 e che sarà allietata dal dj set di Muskino.
E tutto nasce dall'impegno di Ibrahima Dieng, presidente dell’Unità migranti di Pisa e vicepresidente della comunità senegalese pisana, che Babacar è arrivato in Toscana per ricevere cure specialistiche all’ospedale pediatrico Meyer. «Nel nostro Paese non potevano fare nulla per lui – racconta commosso Ibra – ma è stato preso in carico dai medici del Meyer che lo stanno curando. È come se avessi vinto il Superenalotto».
La scintilla della speranza è nata mesi fa, quando un artigiano dal cuore grande, il biciclettaio dello storico negozio Papini, ha visto la storia del piccolo su alcuni siti senegalesi e in TV. Non ha esitato un attimo. «Ho sentito che dovevo fare qualcosa», dice. Da lì, una rete di solidarietà ha cominciato a muoversi.
Il primo viaggio della famiglia a Pisa è avvenuto ad aprile, grazie anche al supporto di un connazionale di Ibra che vive a Bergamo e coprirà le spese di viaggio. Il ricovero a Firenze, è stato sostenuto dalla Cooperazione sanitaria internazionale della Regione Toscana. La famiglia di Baba, ormai da un mesetto qui in Toscana ospite della Fratellanza popolare di Grassina, ha avuto il sostegno e la visita anche del presidente della Regione Eugenio Giani.
Ibra non dimentica chi ha già dato molto. «Ringrazio l’ospedale Meyer, in particolare la dottoressa Maria J. Caldes, Andrea Grillo di Livorno che mi ha messo in contatto con la struttura, e Inca Senegal, con Vanessa Marchese Dieng, per il supporto alla famiglia». Quello che sembrava un sogno lontano ora è realtà. Grazie a un’intera comunità che si è attivata, costruendo intorno a Babacar un grande abbraccio. «Ora questo piccolo potrà avere un grande futuro – conclude Ibra – e noi siamo davvero felicissimi».