REDAZIONE PISA

Clotilde a Zanzibar: "Ho insegnato ai piccoli il rispetto e la tutela ambientale"

Borelli, appena diplomata al liceo classico "Galilei" di Pisa "Mi piaceva l’idea di entrare in contatto con la gente del luogo e di contribuire a sensibilizzazione per esempio sulla plastica".

Borelli, appena diplomata al liceo classico "Galilei" di Pisa "Mi piaceva l’idea di entrare in contatto con la gente del luogo e di contribuire a sensibilizzazione per esempio sulla plastica".

Borelli, appena diplomata al liceo classico "Galilei" di Pisa "Mi piaceva l’idea di entrare in contatto con la gente del luogo e di contribuire a sensibilizzazione per esempio sulla plastica".

Pisa, 27 agosto 2024 –  Una vacanza dedicata agli altri. Clotilde Borelli, appena diplomatasi al liceo classico "Galilei" di Pisa, ha deciso di passare parte della sua estate da maturata a Zanzibar, facendo volontariato: "L’idea è nata la scorsa estate", spiega Clotilde. "Sono andata a visitare una scuola a Zanzibar Town e c’erano due ragazze volontarie che mi hanno dato le informazioni necessarie per il volontariato. Mi piaceva l’idea di entrare in contatto con la gente del luogo e di contribuire alle attività di sensibilizzazione alla consapevolezza ambientale, che purtroppo là è limitata. Una coordinatrice della ONG locale poi mi ha permesso di partecipare all’attività".

Il ricordo di quell’esperienza parte con il suo arrivo nell’isola africana: "Sono stata là per tre settimane, di cui due di volontariato con Underthewave, una ONG che opera a Zanzibar nata nel 2021 per sensibilizzare le comunità locali sul tema ambientale. Il prossimo obiettivo è trovare il modo per fondare un sito di riciclaggio nell’isola, dove ancora non esiste un modo per dare una seconda vita alla plastica", racconta.

"Andavamo nei villaggi, poverissimi: camminavamo tra case senza intonaco con i mattoni in bella vista, le strade erano sterrate. Chiedevamo ai residenti quanta plastica e che tipo di prodotti consumassero per redigere un’indagine statistica, ne è risultato che non c’è una consapevolezza ambientale. Nei villaggi e sulle spiagge ci sono cumuli di plastica, insieme ad alcuni tessuti lasciati là dai venditori: il mare spesso li travolge, seppellendoli".

"Il nostro compito", continua Clotilde, "era quello di eliminare la plastica, anche scavando. Andavamo nelle scuole con i bambini dove facevamo giochi sulla conservazione marina, sulla pulizia dell’oceano e poi assistevamo ai test che svolgevano. Facevamo anche un monitoraggio della barriera, che ha evidenziato un inquinamento dell’oceano. Ci hanno fatto una formazione sui nidi di tartaruga, come riconoscerli e salvarli. Lavoravamo con ragazzi di altre associazioni che venivano ospitati in alcune tende, stando a contatto con le famiglie".

"Purtroppo non ho visto tanti ragazzi italiani", aggiunge. Un’esperienza sicuramente d’impatto, ma che ripeterebbe: "Sulla pulizia della spiaggia c’è ancora tantissimo da fare. Vorrei fare ancora di più di quello che ho fatto, immergermi nella realtà del luogo e sensibilizzare i locali nei villaggi", riflette. "È formativo, mi ha aiutato ad aprire gli occhi su quali siano i veri problemi della vita. Entrare in contatto con il modo di pensare della popolazione mi ha aiutata a ragionare in modo diverso e ad essere più aperta di quello che ero, mi ha insegnato a vivere una vita semplice, felice nella povertà".

Giulia De Ieso