"Cinque traslochi in cinque anni. Spiegatelo a mia figlia"

Una madre precaria a Pisa racconta la sua lotta per trovare una casa stabile per sé e i suoi tre figli, costretta a traslocare ogni anno nonostante sia in graduatoria per un alloggio popolare. La dignità del lavoro e dell'abitare le vengono negate, mentre le istituzioni sembrano non offrire soluzioni concrete.

"Cinque traslochi in cinque anni. Spiegatelo a mia figlia"

"Cinque traslochi in cinque anni. Spiegatelo a mia figlia"

"Spiegate voi ad una figlia di nove anni perché non abbiamo una casa, perché abbiamo fatto cinque traslochi in cinque anni, perché lei non possa invitare un’amica, spiegatele anche che il prossimo anno si dovrà fare un altro trasloco e non si sa dove iscriverla a scuola". E’ la storia di Maria (nome di fantasia), 33 anni, pisana, madre anche di due gemelli di cinque anni. Lei precaria interinale in un supermercato, il compagno cuoco. E’ questa una famiglia che subisce il nomadismo dell’albergazione emergenziale accordata dal Comune nonostante lei sia in tutte e due graduatorie per un vero alloggio popolare. "Io e il mio compagno siamo precari. Viviamo in due camere, più un salottinp in cinque. Ora a Cisanello. Prima stavamo a Gagno. Il prossimo anno? Non lo sappiamo. Dal Comune nessuna informazione. Chiamo, scrivo, e la risposta è: "…si reputi fortunata almeno un tetto sulla testa ce l’ha". Fortunata? Cinque traslochi con tre figli piccoli? Mi figlia non ha neppure lo spazio dove fare i compiti. La tutela dell’infanzia dov’è?". Un’altra "fortuna" di Maria e del suo compagno, è che lavorano, cioè non si sono buttati su un divano ad aspettare che il pallottoliere del conto correnti si arricchisse di sussidi vari ed eventuali.

"Lavoriamo. Siamo precari. Non possiamo permetterci un affitto da seicento euro. Non abbiamo chi ci faccia una fideiussione. I nostri genitori non ce la fanno neppure loro. Non toglieteci anche la dignità del lavoro: pochi soldi e siamo precari ma lavoriamo. Ci avete tolto già la dignità dell’abitare". La parola che pronuncia Maria, e cioè "fideiussione" è la punta dell’iceberg che ha alla base l’Agenzia Casa nata nei corridoi del Comune, e creata con le migliori intenzioni e cioè incrociare le disponibilità del mercato privato con le esigenze di persone che non possono permettersi un affitto privato pieno bensì calmierato dalla mano pubblica. "Intenzioni morte, decedute sul nascere – interviene Ciccio Auletta consigliere comunale di Diritti in Comune. L’Agenzia casa, stando ai dati in nostro possesso, dal 2022 al 2023, è riuscita a reperire solo un alloggio da privati, gli altri due che dicono di aver recuperato, in realtà sono alloggi già dell’edilizia popolare". Fatto sta che Maria ha "la fortuna" di un tetto sulla testa da cambiarsi ogni anno con tre figli al seguito e poi, altra fortuna, è che è precaria.

Carlo Venturini