Chiude "Sirio" in Corso. La storica camiceria

Riccardo Cini e la moglie Daniela "La città è cambiata, catene e poca sicurezza, impegno non più sostenibile".

Chiude "Sirio" in Corso. La storica camiceria

Chiude "Sirio" in Corso. La storica camiceria

Uno alla volta se ne vanno i pilastri del commercio storico pisano. Ci lasciano i negozi che per generazioni hanno rappresentato i punti di riferimento degli acquisti di merce di qualità, ma soprattutto dove trovare quella cortesia, quella familiarità e accoglienza che possiamo a giusta ragione definire "d’altri tempi". La camiceria Sirio di Corso Italia, nel cuore del centro storico di Pisa, chiude i battenti, dopo che dal 1950 ha vestito con classe e originalità molti dei nostri padri e nonni. Il racconto di chi ha fatto nascere il negozio, nel quale si respira un’aria vagamente retrò che lo rende caratteristico, ci parlano di una realtà ben diversa: Ricardo Cini e sua moglie Daniela, che portano avanti con passione il lavoro anche in queste ultime settimane. "La città è cambiata, nulla è più come prima- esordisce Cini, con un velo di malinconia- i negozi adesso sono tutti catene nazionali, nessuno dei commercianti storici è più presente. Quando abbiamo aperto mio padre aveva lasciato il lavoro da disegnatore di idrovolanti alla Fiat per motivi politici, e decise di cambiare totalmente settore, rilevò un’attività che era presente qui prima, una produzione di macchine da scrivere, e si buttò in questa avventura". Negli anni 50 era l’unica camiceria su misura della città, e non erano tempi facili, il dopoguerra, la situazione precaria dal punto di vista occupazionale, erano tutti fattori che determinarono una partenza in salita dell’attività, che però vide crescere negli anni i suoi clienti, fino al periodo d’oro degli anni 60 e oltre. Poi i cambiamenti sociali, oltre a quelli commerciali, che hanno tolto ossigeno al lavoro: "Corso Italia è un luogo con frequentazioni poco raccomandabili- continua Cini- le persone che compravano da noi appartenevano ad un livello sociale medio alto, e ormai non vengono neanche più in questa zona, dove non si vive tranquilli".

E i conti che non tornano più, con un affitto altissimo da pagare e spese ingenti per alzare la saracinesca ogni mattina: "Non ne vale più la pena, è diventato un impegno non più sostenibile: le persone trovano su internet quello che cercano, e noi non possiamo abbassare i prezzi per le spese che dobbiamo sostenere- spiega il titolare- i nostri clienti affezionati sono dispiaciuti ovviamente". E così Pisa perde ancora un pezzetto di storia, di bellezza, di qualità, assorbita da un’omogeneità commerciale che ne scolorisce un po’ i contorni.

Alessandra Alderigi