
Federico
Giusti*
Come denunciato dal No Camp Darby, la discesa in campo per difendere Coltano di associazioni da anni silenti sul potenziamento di Camp Darby e sulle servitù militari, rappresentava una falsa battaglia ecologista perché di motivi per insorgere (termine ormai caro a tutta la sinistra che in realtà è subalterna o a massimalismi ideologici o alla bussola europea) ce ne sarebbero tanti a partire dalla bonifica dell’area limitrofa all’ex inceneritore, alla pulizia e agli interventi dei corsi d’acqua da tempo inquinati fino al recupero dell’area di Ospedaletto attorno a cui si muovono interessi economici che alla occorrenza potrebbero conciliarsi con le servitù militari, visto che l’area è stata a più riprese indicata come alternativa a Coltano per la realizzazione della grande base militare che il Governo vuole costruire per raggruppare in un unico compound in carabinieri del Gis, del Tuscania e del nucleo regionale cinofili.
E il 23 aprile alle 15, proprio contro le servitù militari e il potenziamento di Camp Darby, ci sarà una manifestazione ai cancelli della base Usa e Nato perché il suo potenziamento ormai in fase conclusiva rappresenta la madre di tutte le militarizzazioni nonostante i silenzi di tante realtà cosiddette conflittuali e antagoniste. Non ci meraviglia il silenzio attorno a Camp Darby perché sulla natura economica e imperialista di questa guerra avviene una sorta di congiura del silenzio e la saldatura di innumerevoli aree politiche a difesa del Parco che di fatto si estende anche attorno alla base Usa e Nato. Al di là della provenienza dei 190 milioni di euro necessari per realizzare la base (Pnrr o fondi europei), restano i dati relativi al progetto di Coltano che dovrebbe estendersi per 73 ettari (cinque edificati) e 460 mila metri cubi di costruito: una cementificazione bella e buona. Ma anche l’ipotesi di Ospedaletto cancellerà aziende agricole proprio in un momento in cui dovremmo potenziare la produzione locale di grano e cerali. Per queste ragioni noi rilanciamo la manifestazione del 23 aprile. *Sindacato Cub, Pisa