
di Gabriele Galligani
"Cercavi giustizia, ma trovasti la legge". Così cantava Francesco De Gregori in una sua celebre canzone. E’ quello che, più o meno, è successo a Devis Grilli, l’allenatore di Tobacco Flower, il cavallo a cui un artiere nel maggio scorso aveva appiccato il fuoco. Il purosangue, che appartiene alla moglie di Grilli, Francesca Gori, titolare della scuderia La Ciprea di Bibbona, è riuscito a salvarsi ma ha riportato profonde ustioni. Ora sulla vicenda è arrivata la prima sentenza, quella della Commissione di disciplina di prima istanza del Mipaaf, ente che sovrintende all’attività ippica, che appunto condanna Grilli, (che è anche parte lesa), per responsabilità oggettiva dell’artiere, suo dipendente. Grilli è stato squalificato per un mese e condannato al pagamento di 500 euro. Nella sentenza si ricostruisce con precisione la vicenda e si dà atto che l’artiere, un ex fantino con licenza scaduta, "avvicinava un accendino al dorso del cavallo che aveva appena lavato con alcol provocandogli ustioni". Il cavallo veniva poi soccorso dal veterinario di servizio del centro di allenamento dell’Alfea e intervenivano i carabinieri Forestali di San Rossore che acquisivano il filmato dell’accaduto e avviavano un’indagine. Ma allora, come si arriva alla condanna, in sede sportiva di Devis Grilli? Perchè secondo il giudice va applicato l’articolo secondo il quale "ai fini disciplinari i datori di lavoro hanno responsabilità oggettiva dei loro dipendenti". Invano il legale di Grilli, l’avvocato Capuzi, ha chiesto il proscioglimento dell’allenatore perchè l’artiere non era un dipendente diretto, ma un libero professionista. Per il giudice invece è bastato un rapporto di collaborazione lavorativa. Da qui la condanna. "Ma non finisce qui", ha tuonato la moglie e proprietaria del cavallo Francesca Gori.