
di Antonia Casini
Torna a Pisa il caso che era esploso nel 2018 con un sopralluogo dei carabinieri in una casa sul litorale. I militari nell’abitazione trovarono un 60enne (arrestato, poi scarcerato), allora, e due minorenni, una ragazza e un ragazzo ora maggiorenni. Il procedimento era stato trasferito a Firenze perché l’ipotesi di reato iniziale (competenza distrettuale) era sfruttamento della prostituzione per alcuni regali (cibo e ricariche per il cellulare) che l’adulto avrebbe fatto ai ragazzi. Ma la conclusione delle indagini del pubblico ministero ha portato a un’altra contestazione: violenza sessuale. Pm che ha chiesto il rinvio a giudizio del 64enne per doppia violenza. Il giudice per l’udienza preliminare (che si è tenuta pochi giorni fa nel capoluogo toscano, appunto) si è dichiarato non competente territorialmente non trattandosi più di reato distrettuale e la storia è approdata di nuovo nel tribunale della nostra città.
L’uomo, che finì in manette, aprì subito agli uomini dell’Arma. Si è sempre difeso (è tutelato dall’avocato Fabrizio Bianchi) dicendo che conosceva la ragazza da tempo e che c’era un rapporto con il consenso della giovanissima. Due le parti civili, con gli avvocati Rubina Colombini e Riccardo Ghilli: i ragazzi hanno difficoltà e capacità cognitive ridotte.
Tutto era partito dalla madre di uno dei due che avrebbe avuto comportamenti strani. E dalle domande sempre più dirette di lei che, alla fine, hanno portato al racconto con poche parole. Frasi che hanno allarmato la mamma e che l’hanno convinta a cercare le ferze dell’ordine. Da qui la segnalazione della donna all’Arma. Che si è organizzata intervenendo con la Compagnia di Pisa e la Stazione locale. Le indagini erano state coordinate dal sostituto procuratore Sisto Restuccia. Gli investigatori avevano scoperto che gli incontri sarebbero avvenuti in un alloggio sul litorale. Quindi, l’incursione nel tardo pomeriggio di un giorno di fine gennaio di quattro anni fa e l’arresto in flagrante.
L’uomo era stato scarcerato, dopo l’interrogatorio di garanzia. "Non ci sono indizi sufficienti di colpevolezza", aveva motivato la decisione il gip Donato D’Auria. Ora che il caso tornerà a Pisa e che l’accusa è di violenza sessuale molto si discuterà sul consenzo e su quali legami ci fossero fra i tre e su quanti appuntamenti si fossero già svolti prima dell’intervento delle forze dell’ordine: i due erano stati già sentiti dagli inquirenti.