ARIANNA FISICARO
Cronaca

Denisa, il blitz e la cattura del killer. I vicini sotto choc: “Abitavano qui da poco, un orrore impensabile”

Frumuzache viveva in affitto in un casolare di Monsummano. I racconti: “Il giorno in cui l’hanno preso abbiamo sentito diversi colpi di pistola. Nessuno poteva immaginare che qui si nascondesse un killer”

Denisa, il blitz e la cattura del killer. I vicini sotto choc: “Abitavano qui da poco, un orrore impensabile”

Monsummano Terme, 6 giugno 2025 – Il caldo della primavera della campagna toscana, un efferato omicidio e l’arrivo dei giornalisti. Sembra la trama di una serie tv, ma purtroppo è la realtà dei fatti che vede protagonista la guardia giurata Vasile Frumuzache, reo confesso dell’omicidio di Maria Denisa Paun, l’escort scomparsa da Prato il 16 maggio scorso e anche dell’assassinio di un’altra ballerina, scomparsa ad agosto del 2024. Solo che ieri mattina questo, Frumuzache, non lo aveva ancora rivelato a chi, la sera prima, lo aveva arrestato.

Un’operazione, quella condotta dai carabinieri della stazione di Monsummano, che non è stata per nulla semplice ma che soprattutto ha destato non poco clamore nella profonda campagna della periferia cittadina dove il reo confesso abitava con sua moglie e i suoi due bambini di 4 e 5 anni. Secondo una prima ricostruzione dei fatti era circa l’ora di cena quando i militari sono andati a prelevarlo nel casolare dove viveva in affitto, in via Rubattorno, in località Bizzarrino. “Abbiamo sentito dei rumori simili a spari, ci siamo spaventati” raccontano alcuni residenti della zona che mercoledì sera sono accorsi in direzione del rumore per capire cosa stesse succedendo. “Ho sentito confusione – racconta Vito Bianco, un pensionato che abita lì vicino – così ho preso la macchina e sono venuto a vedere ma i carabinieri avevano chiuso la strada. Ma non sono riuscito a scorgere quasi nulla. Secondo me lo tenevano d’occhio da tempo – aggiunge – perché negli ultimi giorni ho visto del movimento qui intorno, dei furgoni in sosta che non avevo mai visto prima e mi domandavo cosa ci facessero. Io lui non lo conoscevo, credo che abitasse qui da poco perché prima di lui, nella sua abitazione ci stava un’altra famiglia, mi pare sempre di origine rumena”.

Intanto ieri mattina il casolare è stato blindato dai carabinieri che insieme ai colleghi della scientifica erano sul posto per i rilievi e in cerca di tracce di abbruciamenti di qualche tipo. Dopo aver confessato di aver trasportato Denisa in una valigia alla “casa dell’impiccato” (chiamata così a seguito del suicidio di un medico molti anni or sono) a Montecatini, Vasile Frumuzache avrebbe anche sostenuto, secondo quanto emerso, di aver bruciato la testa della donna nel giardino della propria abitazione.

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Investigatori a casa di Vasile Frumuzache assassino di Denisa Paun: operatori TV, Carabinieri e scientifica dei CC sul luogo

Un dettaglio agghiacciante non solo per l’efferatezza dell’atto ma anche per il fatto che in quella casa ci viveva con i propri bambini. L’orrore per la fine di Denisa ha lasciato scioccati i residenti: nessuno poteva immaginare che in quel casolare abitasse un killer.

Ieri mattina intanto la zona di via Rubattorno dove si trova il casolare è stata presa d’assalto da stampa e televisioni. Troppi dettagli, nella ricostruzione dei fatti, sono ancora da comprendere, come ad esempio se Frumuzache abbia fatto tutto da solo, o come abbia potuto pensare di caricare il corpo di Denisa sulla sua auto e fare tutto il tragitto fino a Montecatini col rischio di essere fermato e, soprattutto il particolare della decapitazione: perché lo ha fatto? Perché bruciare solo quella parte? Quel che è certo è che la guardia giurata, che lavorava per una società di Pistoia che ha già preso le distanze dall’uomo, si era trasferita da Trapani a Monsummano nel 2023 e non era molto conosciuto.

“Noi non li conoscevamo – hanno detto ieri alcuni ragazzi che passeggiavano lì attorno – prima in questa zona veniva a viverci solo chi si trasferiva dal sud Italia, ma negli ultimi anni i residenti sono cambiati e sono arrivati tanti dall’est Europa, soprattutto Albania e Romania. Lui non lo conoscevamo, vedevamo solo qualche volta la moglie con i bambini”.