
Mariano Bizzarri
Pisa, 5 gennaio 2017 - Il Corpo Guardie di Città esce dall’Unione Industriale Pisana, aderente a Confindustria e, secondo alcuni rumors, amplificano le voci di malumore che serpeggierebbero fra gli associati e c’è già chi ipotizza un possibile effetto domino, con conseguente ‘fuga’ di molte altre aziende dall’associazione degli industriali pisani. Come se alcuni industriali pisani si sentissero messi a margine, trascurati, dimenticati. La decisione dell’istituto di vigilanza privata di uscire dall’associazione è stata comunicata con una lettera raccomandata indirizzata al presidente dell’Unione industriale pisana, Patrizia Pacini, dall’amministratore unico del Corpo Guardie di Città, Mariano Bizzarri Ollandini. Nella lettera viene puntualizzato come gli scopi e le finalità dell’Unione «non siano stati perseguiti» e che, al contrario, il Corpo Guardie di Città sia stato lasciato solo proprio nel momento in cui avrebbe avuto davvero bisogno del sostegno dell’associazione. E nella lettera non vengono utilizzati mezzi termini per affermare che l’Unione industriali «ha omesso di perseguire gli scopi e le finalità su cui è fondata abbandonandoci al nostro destino e scaricandoci nel momento più difficile». Un j’accuse che non mancherà di avere conseguenze nel mondo imprenditoriale pisano. Il che contrasta, come fa notare Bizzarri Ollandini, con il motto dell’Unione industriali (‘Uniti per difendere un ruolo’) e con gli scopi dell’associazione che sono quelli di rappresentare e tutelare gli interessi e le esigenze del mondo imprenditoriale provinciale». La politica, in tutto questo, gioca un ruolo non secondario tanto che in molti leggono, nella decisione del Corpo Guardie di Città, anche la ribellione all’oblio della politica.