
ll bambino è stato prelevato dalla polizia (foto di repertorio)
Pisa, 18 giugno 2021 - Arriva in Parlamento il caso del piccolo Luca, così chiameremo il bambino di 8 anni al centro di un provvedimento con cui il Tribunale di Pisa giorni fa aveva stabilito che potesse essere prelevato anche con la forza dalla casa della madre per affidarlo al padre. La senatrice del Pd Valeria Valente, presidente della Commissione di inchiesta del Senato sul femminicidio e la violenza di genere ha presentato ieri una interrogazione al ministro della Giustizia.
"Chiediamo alla ministra competente - spiega Valente - di fare luce su questo drammatico episodio che vede i diritti umani fondamentali di una madre e di suo figlio gravemente compromessi nell’ambito di un procedimento di affido. Il 15 giugno il bambino doveva incontrare il padre nel centro affidi di Pisa, ma si è rifiutato di uscire di casa. La madre – riferisce la senatrice - ha chiamato il servizio sociale per richiedere un supporto, ma si è vista arrivare in casa il padre del minore, scortato da una decina di operatori di servizi sociali e polizia, nonché dalla curatrice speciale del minore. Il bambino, che si era chiuso in bagno, è stato prelevato sfondando la porta, con la forza e mentre si dimenava piangendo. Dopo alcune ore, la mamma che chiedeva almeno di rassicurarlo ha ottenuto di accompagnarlo in auto nel centro affidi, scortata dal padre e dalle forze di polizia. Ora la signora ha presentato una denuncia alla Procura della Repubblica, denunciando tutte le persone intervenute, secondo la donna, in violazione degli articoli 13 e 32 della Costituzione sulla libertà personale e sulla salute".
Secondo i legali della donna, alla base della decisione del Tribunale, ci sarebbe il fatto che il bambino rifiuterebbe di andare dal padre a causa della sindrome da alienazione parentale, nota come Pas. Da gennaio 2020, il piccolo non intende incontrare il padre e questo rifiuto, secondo il Tribunale, deve essere superato con il collocamento del minore presso il padre, anche se in una città diversa da quella dove il bambino ha vissuto. "Con questo decreto – ha dichiarato alla Nazione l’avvocato della madre, Ilaria Boiano - si attribuisce alla madre un atteggiamento ostativo, come se in qualche modo manipolasse il figlio, tutto ciò senza che vi sia prova concreta di questi comportamenti. Siamo di fronte a una madre esente da profili problematici di genitorialità e questo decreto non tiene conto del rispetto dell’ambiente del bambino. Il principio di riferimento è infatti tutelare la stabilità e la continuità degli affetti e le abitudini di vita del minore. Di certo disporre allontanamento coatto dalla primaria figura di riferimento di un minore con l’ausilio della forze pubblica non è il modo giusto". Interviene anche la Casa della Donna: "Siamo esterrefatte – commenta la presidente Carla Pochini - dalla violenza esercitata contro il bambino e sua madre. Assurdo e inaccettabile. Chiediamo ai parlamentari della Toscana di intervenire". "Un bimbo ha paura del padre, si rifiuta di incontrarlo dopo 32 incontri protetti, e il Tribunale di Pisa che fa? Impone il suo prelievo forzato, senza nessun approfondimento nel merito, senza ascoltare il bimbo, senza capire i motivi della sua paura, senza rispettare il suo desiderio. Come è possibile? Una decisione insensata che certo non tutela il benessere del bimbo, benessere che invece dovrebbe essere il primo scopo del Tribunale".