REDAZIONE PISA

Base militare nel Parco: "Progetto inaccettabile"

L’ex sindaco Filippeschi si schiera con l’assessora regionale Nardini "Motivazioni molto solide che impongono coerenza, a tutti i livelli".

Una base di addestramento

Una base di addestramento

"La base nel Parco è un evidente squilibrio e una forzatura a danno delle fragilità ambientali. Ha fatto bene la Nardini a dire no". L’ex sindaco di Pisa, Marco Filippeschi, si è unito al fronte contro la base militare. Il primo cittadino dal 2008 al 2018 ha firmato l’appello online delle quattordici associazioni ambientaliste che dicono No alla base dei Carabinieri nel Parco di San Rossore. Filippeschi è una delle 1894 (al momento in cui scriviamo) persone che hanno sottoscritto la petizione lanciata dal presidente della Città Ecologica Pierluigi D’Amico su Change.org e diretta alla presidente del consiglio Giorgia Meloni, al presidente della Regione Eugenio Giani e al presidente dell’Ente Parco Eugenio Giani.

La motivazione del No dell’ex sindaco è affidata a una nota: "Pisa è già fortemente impegnata da insediamenti militari - si legge -, tutti molto importanti e con Camp Darby, Comfose, Cisam e "Col Moschin" che operano già dentro il Parco e con l’Aeroporto Militare a confine. La nostra città ha sempre avuto un rapporto costruttivo con le istituzioni militari ma il progetto presentato, che va molto oltre l’insediamento esistente a San Piero a Grado, è inaccettabile non certo per ostilità preconcette ma per un evidente squilibrio e una grave forzatura a danno delle fragilità ambientali di un territorio che la petizione ben dimostra. La città, la Comunità del Parco e la Regione devono respingerlo e non possono avallare passivamente".

Marco Filippeschi si è unito dunque a ciò che definisce "un ampio schieramento, fatto di istituzioni, partiti e personalità, che ha preso posizione in difesa del Parco insidiato" e ha difeso la scelta dell’assessora regionale Alessandra Nardini che nei giorni scorsi ha firmato la petizione, ricevendo una ‘bacchettata’ dal presidente Eugenio Giani, che le ha intimato di "occuparsi delle sue molte deleghe". "Chi si schiera sottoscrivendo la petizione, come ha fatto anche l’assessora regionale Alessandra Nardini, lo fa sulla base di motivazioni molto solide che impongono coerenza, a tutti i livelli, e non giochi di parole. È a rischio la credibilità di una classe dirigente - conclude - erede dei valori e delle battaglie che hanno portato alla conquista dell’istituzione del Parco, di chi in questo caso è alla prova per mettere in pratica le affermazioni scandite nei programmi europei e nazionali e nelle mozioni dei congressi".

M.F.