ANTONIA CASINI
Cronaca

"Atti gravi e reiterati, maestre da condannare"

Il pm Mantovani chiede 5 anni per Ori e 2 e 6 mesi per Castiglioni. "Violenze e vessazioni. Nessun interesse per il benessere dei bambini"

di Antonia Casini

La gravità dei fatti, per il pm, sta nella "reiterazione e continuità, nella violenza e nella grossa gamma di atti vessatori. Considerando anche la particolare vulnerabilità delle vittime". Che sono al tempo stesso "vittime e spettatori". Così, il pubblico ministero Aldo Mantovani, al termine della requisitoria nel processo per i maltrattamenti al Cep, nella quale ha ricostruito tutti gli aspetti della vicenda e le accuse, ha chiesto per le due coimputate Sonia Ori (tutelata dagli avvocati Alessandra Papineschi e Stefano Del Corso), 5 anni, e Donatella Castiglioni (difesa da Giuliano Giambartolomei), 2 e 6 mesi. E’ un’altra udienza lunga e piena di emozioni. Alla presenza delle due accusate che ascoltano in silenzio. 22 le parti civili rappresentate dai legali Alessandro Niccoli, Marco Romeo, Isabella Saba, Federica Ciardelli, Carlo Porcaro D’Ambrosio, Marco Pucci, Antonio e Andrea Cariello, Ilaria Meacci, Gabriele Marroni, Michela Luperini e Gigliotti per il Comune.

E’ la volta del sostituto procuratore che cita i testimoni diretti (‘attendibili, arrivano dall’interno’) e quelli indiretti, i genitori. Poi ripercorre tutta la vicenda a partire dalla denuncia delle due addette alla mensa da cui è cominciata l’indagine. Era ottobre del 2015. Molte sono le loro parole riportate "che trovano riscontro nelle immagini delle telecamere", messe nel nido dai carabinieri. "L’imboccamento forzato fino a far venire conati di vomito". Una dei piccoli "gioca con il riso e la maestra le dà schiaffi sul viso. Spesso venivano collocati in bagno. ‘Sei stato cattivo’, dicevano". "Sculaccioni e schiaffi sulle gambe. Scapaccioni. Gli alunni venivano derisi. ‘Hai rotto le pa..e, ’sei str...o come i tuoi genitori’. A una bimba con difficoltà nel linguaggio ‘sei così stupida perché i genitori ti hanno avuto tardi’". Le test "riferiscono il senso di paura dei bambini. Tiravano loro l’acqua sul viso se erano stanchi. Scappellotti se ridevano troppo, se non stavano seduti. Parolacce". "Le due addette - sottolinea Mantovani – non conoscevano i fatti precedenti". Cioè quella denuncia - a gennaio 2016 - delle tre colleghe dell’altra sezione. Che, sentite, hanno raccontato di aver assistito a fatti analoghi l’anno precedente. Per questo avevano organizzato tra loro una riunione a maggio 2015. Lo scopo era avvertire le tre maestre (Ricci ha patteggiato, ndr) per comportamenti ‘non tollerabili’. La reazione fu: ‘Non occupatevi della nostra classe’". Poi il capo di imputazione. "Siamo nell’ambito dei maltrattamenti, non dell’abuso dei mezzi di correzione, perché ci sono state sofferenze fisiche e morali". Quindi, passa alle singole responsabilità. "La Ori ha avuto condotte di maggiore gravità". Ma anche Castiglioni "è stata vista tirare l’acqua in faccia, offendere, ‘lascialo stare è un rinco...ito’". Insomma, "avevano piena condivisione dei metodi, si spalleggiavano". Come quando dicono ‘Sei un maiale!’" a uno dei piccoli alunni. "Che cosa hanno portato a loro difesa?", si chiede il pm. "La mancanza di un coordinatore, perché sulle altre colleghe non ha avuto riflessi? ‘Abbiamo fatto tutto nell’interesse dei bimbi’, hanno sempre sostenuto. Questo è inaccettabile. È vero il contrario. Non c’era interesse per il loro benessere".

Durissime le parti civili che hanno affidato le prime conclusioni ad Antonio Cariello che ricorda un comportamento, in particolare, quello del ciuccio messo ai bambini che piangevano. "Se insistevano gli veniva tolto con violenza", aggiungendo a voce "’tanto mamma non torna. Devi stare qui’. Un comportamento vile". Anche chi rappresenta le parti offese insiste: "Ori è stata la protagononista principale ma che anche Castiglioni ha le sue responsabilità". La riunione con le colleghe e il "fastidio provato da loro. Non avevano voglia di lavorare!", s’infiamma Cariello. I genitori in aula applaudono. "Non siamo in teatro", interviene la giudice Dani. Tutti citano i "postumi: ansia, irritabilità, ritardo del linguaggio". "Sono comportamenti criminali", commenta Porcaro D’Ambrosio. La difesa discuterà il 30 ottobre.