
Riccardo Zucchi, rettore dell’Università di Pisa A sinistra una manifestazione degli studenti per la Palestina che si è tenuta nelle scorse settimane
"Mi pare che le parole del presidente della Comunità ebraica, Andrea Gottfried, denotino se non altro un fraintendimento, perché l’Università di Pisa non boicotta nessuno, tant’è che restano in atto le collaborazioni scientifiche su temi specifici (quali la ricerca in medicina o sull’inquinamento), mentre abbiamo dato seguito all’orientamento già espresso nella modifica dello Statuto indicato dal Senato accademico e recepito dal Consiglio di amministrazione di valutare caso per caso quelle collaborazioni che presentano criticità".
Così il rettore Riccardo Zucchi replica alle critiche del rappresentante degli ebrei pisani, puntualizzando che lo stop riguarda "due accordi quadro con gli atenei di Reichman e Hebrew, quindi non specifici, con due singoli atenei che hanno apertamente sostenuto l’operato del Governo israeliano: gli accordi quadro, però, sono aperture di credito verso determinate istituzioni, forieri poi di ulteriori intese specifiche che in questi due casi abbiamo deciso di non portare avanti proprio per dare un segnale politico all’esecutivo guidato da Netanyahu".
Insomma, specifica Zucchi, "non c’è alcuna volontà di boicottare indiscriminatamente Israele, bensì di esprimere il legittimo esercizio di critica dell’Università a determinate condotte del Governo, tant’è che manteniamo in essere tutti i progetti Erasmus con Tel Aviv, così come alcune specifiche collaborazioni di carattere puramente scientifico, e riguardo all’accusa di smemoratezza ricordo invece che il nostro Ateneo, sulla scia della cerimonia delle scuse voluta dall’allora rettore Paolo Mancarella, non esita a definire un crimine e una vergogna le leggi razziali e prosegue anche il lavoro storiografico per restituire dignità a quegli studenti ebrei che furono espulsi".
Infine, Zucchi respinge al mittente le accuse ad personam: "Mi limito a osservare che le decisioni prese, che pure condivido personalmente, sono scelte compiute legittimamente dagli organi di Ateneo come il Senato accademico e il Consiglio di amministrazione". "Pieno sostegno" al rettore è stato espresso invece dal consigliere comunale del Pd, Enrico Bruni, perché la decisione di interrompere le collaborazioni "segna un passaggio importante anche nel dibattito pubblico cittadino, dopo mesi di mobilitazioni studentesche per la causa del popolo palestinese e il rettore ha compiuto una scelta difficile ma necessaria, che risponde a una domanda di coerenza sempre più forte: in un contesto di occupazione e distruzione sistematica, non è più accettabile mantenere rapporti che contraddicono i valori fondamentali dell’Università pubblica e della convivenza democratica".
Ma l’organizzazione studentesca Sinistra per aggiunge che si tratta di una "misura tardiva e parziale: recidere gli accordi in corso è un passo avanti, sottoporre a valutazione quelli nuovi è un atto dovuto, ma non è boicottaggio. Il significato politico dei due non è lo stesso". "Pensiamo sia più che mai necessario – aggiungono – organizzarci e mobilitarci per far sentire la nostra voce!