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Ancora morti sul lavoro. Landini lancia da Pisa una "reazione immediata e mobilitazione generale"

Il numero uno della Cgil al centro Le Benedettine per il convegno organizzato dal sindacato toscano, Ires e Università di Pisa: "Il Paese deve fermarsi, c’è un attacco generale al mondo dei lavoratori in nome del profitto ad ogni costo".

Ancora morti sul lavoro. Landini lancia da Pisa una "reazione immediata e mobilitazione generale"

di Gabriele Masiero

PISA

"Il livello di precarietà e di destrutturazione del lavoro di oggi non l’avevamo mai visto prima e non riguarda solo i cantieri edili ma anche i Pronto soccorso, dove sempre più spesso lavorano le cooperative al posto dei medici. La riorganizzazione del lavoro attraverso appalti, sub appalti ed esternalizzazione è alla base anche della conflittualità sociale che viviamo nel tempo di oggi". È partito dalla tragedia di Firenze, il leader della Cgil, Maurizio Landini, per parlare delle difficoltà del presente nel suo intervento alle Benedettine, al convegno "Il lavoro e la storia. L’esperienza dell’università di Pisa", promosso da Ires, Cgil Toscana e Ateneo pisano per celebrare l’inaugurazione nei prossimi giorni del sesto anno di attività del corso di laurea in Storia del lavoro, promosso dall’università pisana in collaborazione con il sindacato. La tragedia fiorentina ha del resto polarizzato tutta la mattina pisana e proprio dall’auditorium del polo universitario Landi ha evocato perfino lo sciopero generale rispetto all’ennesima sciagura sul lavoro.

"Serve una reazione immediata e una mobilitazione generale - ha detto rivolto alla platea di sindacalisti, studenti e docenti universitari - è necessario che il Paese si fermi". Del resto secondo il segretario "una situazione di questa natura, la destrutturazione e precarietà del lavoro, esaspera anche le relazioni sociali e acuisce la rabbia". Poi ha rivendicato il ruolo politico della Cgil: "Siamo sempre stati un sindacato che ha tutelato il lavoro ma anche che si è battuto, attraverso questo impegno, per il miglioramento delle condizioni di vita dei lavoratori. È il nostro modo di fare politica, nel senso più nobile del termine, per affermare l’emancipazione dei lavoratori e delle lavoratrici". Del resto, ha aggiunto più volte nel suo intervento, "oggi il punto non è se il lavoro che in crisi, perché secondo noi, e lo ripetiamo da tempo, c’è un attacco generale al mondo del lavoro in nome del profitto ad ogni costo ed è per questo che serve una mobilitazione da parte di tutti, perché a essere a rischio è il futuro stesso del sindacato confederale, che nei decenni trascorsi si è battuto attraverso la contrattazione collettiva per tutelare i lavoratori e le loro condizioni di vita". Per invertire la rotta, secondo Landini, c’è solo una strada: "Dobbiamo rimetterci sui territori in contatto diretto con i lavoratori e abbiamo bisogno di coerenza nelle azioni che facciamo, anche usando lo strumento referendario per difendere la Costituzione che rischia di essere stravolta: la democrazia la si difende solo praticandola".