Allegrini Il luogo dell’anima

Mostra degli acquerelli di Massimo Bergamasco, che ha vissuto a Calci, all’Angolo di Borgo dell’ottica storica

Allegrini Il luogo dell’anima

Allegrini Il luogo dell’anima

Calci: luogo dell’anima negli acquerelli di Massimo Bergamasco. L’ottica Allegrini propone una mostra che rende omaggio alla pittura nel senso più alto: c’è la tecnica, c’è la sensibilità ma soprattutto il respiro della pazienza. E poi il silenzio che si manifesta in linee paesaggistiche con una degradazione di grigi antagonisti allo stridore di colori a cui il nostro occhia è assuefatto. L’artista Bergamasco si racconta: "Ho vissuto a Calci per diciassette anni. Quella di Calci era una casa ampia, posizionata in una corte laterale alla strada per Castelmaggiore, che mi consentiva di raggiungere facilmente i sentieri del bosco da cui mi inoltravo in molti percorsi in collina, sopra il paese, su entrambe i versanti della valle". E poi ancora: "L’ambito preferito è sempre stata la fotografia di paesaggio per cui mi sono inizialmente divertito a raccogliere panorami del paese, della Certosa o della valle ripresi dai sentieri sopra Collerosso o il Belvedere, come anche dal monte Uccelliera sull’altro versante della valle".

Oltre alle immagini di paesaggio, Bergamasco ha sempre avuto una predilezione per gli alberi, in particolare i cipressi e gli ulivi, dei quali ho raccolto un repositorio di molte immagini di alberi solitari o raggruppati arrivando a ritrarre lo stesso albero da più punti di vista nelle diverse stagioni dell’anno. Questa raccolta si compone di paesaggi del territorio calcesano, racchiuso nella Val Graziosa, realizzati dal 1997 al 2015. La tecnica classica dell’acquerello sfrutta l’utilizzo di velature molto tenui in termini di colore che, sovrapposte in diversi livelli ove necessario, consentono di ottenere il colore più scuro. È una tecnica che richiede un certo livello di pazienza perché tra una velatura e l’altra è necessario attendere la completa asciugatura della velatura appena stesa. "Spero che questi acquerelli – conclude Bergamasco - possano rappresentare, per le persone del luogo e gli amici che ho conosciuto in quegli anni e che hanno frequentato la mia casa, un ricordo di come erano il paese e i suoi dintorni in quel periodo. Per le persone invece che non conoscono ancora la Val Graziosa mi auguro che queste immagini, interpretate e raccolte in questo libro come segno di ringraziamento al luogo in cui ho vissuto".

Carlo Venturini