Adam morì in bicicletta a 12 anni. Il centauro patteggia dodici mesi

Pena sospesa per il 54enne, stop alla patente per tre anni. Imad, il padre del bambino: "Non è giusto"

Adam morì in bicicletta a 12 anni. Il centauro patteggia dodici mesi
Adam morì in bicicletta a 12 anni. Il centauro patteggia dodici mesi

di Antonia Casini

PISA

Adam Fatmi, lo studente 12enne della scuola media Russo, morì dopo oltre una settimana dallo scontro, lui era in bici. Ieri mattina il centuaro 54enne alla guida dello scooter, davanti alla giudice Messina, ha patteggiato un anno, pena sospesa. Stop per 3 anni alla sua patente. E’ stato difeso dall’avvocato Alberto Marchesi. La famiglia di Adam, di origine marocchina, italiana da 36 anni (i bambini anche il fratello e la sorella sono nati qui e sono molto conosciuti), è tutelata dall’avvocato Gabriele Dell’Unto e dal collega Giovanni Pagano per le questioni civilistiche. "Non è giusto", commenta il padre del bambino, Imad, che ha invocato più volte "giustizia" per suo figlio. "Lo Stato non c’è. Non so neppure se faremo appello".

L’incidente (tra via del Nugolaio e via Sant’Antioco a Navacchio) era avvenuto a maggio del 2021. Le indagini, anche attraverso la videosorveglianza, erano state affidate alla polizia municipale di Cascina e coordinate dalla sostituta procuratrice Miriam Pamela Romano. "Non l’ho visto", aveva detto fin da subito l’uomo in scooter. Quel sabato 15 maggio Adam aveva finalmente prenotato all’"Amami sushi" di via del Nugolaio un pranzo con i suoi compagni dopo le tante chiusure e restrizioni del Covid. "Era così, gioioso e aperto con tutti", lo ricordano gli amici e i parenti. Il Ramadan era appena finito e Adam aveva fissato nel locale alle 13.30 per festeggiare. Con i suoi amici si era ritrovato prima, però, perché avevano fatto anche colazione insieme.

Usciti dal ristorante i ragazzi con le loro bici erano andati da Mc Donald’s, Adam adorava il milk shake. All’altezza dell’incrocio, la tragedia. Il ragazzo era stato soccorso, ricoverato in Anestesia e rianimazione dell’ospedale di Pisa, dove era morto dopo 9 giorni per le ferite riportate: i suoi organi erano stati donati. Il dolore della comunità è ancora grande. La sua scuola gli ha intitolato la biblioteca innovativa dell’istituto che frequentava, alla presenza della preside, professoressa Cristina Amato, della famiglia del piccolo e di gran parte della giunta cascinese.