PISA
Le nove vittime civili dell’eccidio dell’idrovora a San Rossore verranno ricordate domani alle 10 con una cerimonia che si svolgerà nel luogo esatto dove il 9 agosto di 80 anni fa avvenne l’eccidio. Un episodio buio della storia di questo territorio maturata dopo le orribili leggi razziali promulgate dal Re nel 1938 proprio dalla Tenuta, al primo piano della villa reale di Cascine Vecchie. Prima del 2 settembre 1944, giorno della liberazione di Pisa, il fronte alleato restò fermo per 45 giorni a sud dell’Arno e fu quello il periodo degli eccidi più efferati perpetrati nell’intera area pisana. I tedeschi avevano occupato San Rossore creando una situazione molto difficile per la popolazione, soprattutto per la ricerca ossessiva di uomini da mandare a lavorare nell’organizzazione Todt che costruiva bunker e trincee. Le famiglie Scudeller e Davini erano sfollate nella campagna a nord della Tenuta.
Sei donne, due bambine e un uomo anziano e inabile al lavoro si erano rintanate in un piccolo rifugio costruito con tronchi di pino e coperto di frasche nei pressi dell’idrovora sul fiume Morto Nuovo, un luogo molto isolato. Il 9 agosto del 1944, nel corso di un rastrellamento condotto dagli uomini del 16° battaglione esploratori comandato dal ventinovenne maggiore Walter Reder (che faceva parte della 16a Panzergrenadier Division SS del generale Max Simon), una pattuglia penetrò nel piccolo rifugio e uccise a colpi di mitra tutte le donne, le bambine, l’anziano. Le vittime furono: Lina e Anna Bucciarelli (40 e 13 anni), Elda Davini (17), Eva Del Chicca-Davini (52), Ruffo Davini (57). Ermenegilda Giraldi (47), Elena, Nerina e Jolanda Scudeller (16, 20 e 12 anni). In mezz’ora il massacro si era compiuto. Walter Reder, che era stato promosso maggiore nel gennaio di quello stesso anno, era un nazista fanatico che aveva chiesto di esser reintegrato nel comando nonostante avesse riportato gravi ferite sul fronte russo. Sarà il protagonista, durante la ritirata delle truppe naziste lungo la linea gotica , di tragedie immani quali l’eccidio di Marzabotto. La tragedia dell’idrovora era stata ricordata il 13 giugno scorso, in occasione della cerimonia di commemorazione dell’assassinio nazista del carabiniere Agostino Bragazzi, in un testo diffuso fra i presenti, scritto da Alessandro Moretti che ha dedicato già numerose opere a San Rossore e alla sua storia.
Renzo Castelli