25 Aprile a Pisa, Conti: “Festeggiare è giusto e doveroso”

La celebrazione della Festa della Liberazione a Pisa

Il 25 Aprile a Pisa (foto Elena Pardini)

Il 25 Aprile a Pisa (foto Elena Pardini)

Pisa, 25 aprile 2024 – “La festa del 25 Aprile è non solo giusto ma dovere di tutti festeggiarla. Perché obbliga ognuno di noi a ricordare quel momento della nostra storia. È doveroso continuare a fare memoria in onore di quanti persero la vita e le speranze in quegli anni. Lo dobbiamo a chi ci ha preceduto, ai nostri nonni, ai nostri genitori che soffrirono la guerra, le persecuzioni, la fame, la perdita della casa e degli affetti più cari”. Lo ha detto il sindaco leghista di Pisa, Michele Conti, che guida una giunta di centrodestra con Fratelli d'Italia primo partito della coalizione e una forte rappresentanza civica, durante il suo intervento alle cerimonie istituzionali per la Festa della Liberazione.

Festeggiare la ricorrenza, ha aggiunto, "è anche occasione per spiegare a noi stessi, ai nostri figli, a chi verrà dopo di noi, che la libertà di cui oggi godiamo ha iniziato a muovere i primi passi nella nostra società proprio a partire da quella giornata: spetta dunque a chi ha la responsabilità di ricoprire ruoli nelle istituzioni fare in modo che questo non sia un appuntamento come un altro nel calendario civile”.

Conti ha dedicato un passaggio del suo discorso anche a Giacomo Matteotti: "Fu uno dei pochi che, pur nella tempesta delle passioni, seppe rimanere saldo sui suoi principi ispiratori, quelli di un impegno politico più attento ai bisogni delle persone che al soddisfacimento della propria ideologia”. E ha ricordato la mostra che l'università di Pisa gli ha dedicato nelle scorse settimane al Museo della grafica di Palazzo Lanfranchi.

Infine ha concluso osservando che "il punto di vista di un amministratore fa acquistare un'altra dimensione all'impegno politico, fa comprendere le esigenze e le priorità delle persone al di là delle ideologie e fa maturare le scelte oltre che dalle proprie convinzioni anche dal confronto con la realtà e con gli altri, fino ad assumere decisioni nel superiore interesse generale e collettivo: il mondo oggi vive tempi complessi, crisi economiche, disastri ambientali, guerre che bussano sempre più vicino alle nostre porte e da più parti si chiede stabilità ma sappiamo, per averla provata sulla pelle dei nostri avi, che non è con la dittatura che possiamo ottenerla, ma solo attraverso il rafforzamento di valori quali la libertà, la giustizia sociale e la democrazia su cui è fondata la nostra Carta Costituzionale”.