
L’Arena Garibaldi dall’alto nello scatto di Piero Frassi, il «fotografo volante»
di Gabriele Masiero
PISA
La sentenza del Tar che ha annullato la cosiddetta variante stadio fa già giurisprudenza a livello nazionale perché costituisce un precedente importante sulla sussistenza del diritto dei cittadini residenti a ‘impugnare in senso giuridico una variante urbanistica, appellandosi al peggioramento delle proprie condizioni di vita, sotto il profilo sia della forte diminuzione di libertà di movimento da e verso le proprie abitazioni, sia del disturbo ambientale’". Lo afferma il presidente dell’associazione ambientalista La città ecologica, Pierluigi D’Amico, spiegando che il pronunciamento dei giudici amministrativo "spazza via la variante (e gli atti a essa presupposti, connessi e/o conseguenti) con tutte la previsioni di ampliamento a 16.500 posti dello stadio e l’intervento di sostituzione edilizia con l’introduzione di nuove superfici commerciali per oltre 5.000 metri quadrati di superficie utile lorda".
Non solo, secondo l’associazione ambientalista "torna vigente la vecchia scheda norma che ammette sullo stadio interventi di adeguamento dell’impianto, anche finalizzati all’incremento della capienza, comunque subordinati al rispetto delle ‘disposizioni vigenti’, fra cui quelle in materia di reperimento dei necessari standard urbanistici; interventi comunque provvisori, mirati a garantire la funzionalità dello stadio nell’attesa del suo trasferimento a Ospedaletto" ma soprattutto "il Comune è già fuori regola perché gli ampliamenti già fatti o in programma non prevedono standard" e l’accoglimento dei motivi di ricorso da parte del Tar "incide in modo decisivo sulla possibilità futura di realizzare comunque uno stadio di quelle dimensioni e con quelle superfici complementari in quell’area, rispettivamente agli standard urbanistici (verde e parcheggi)". Infine, D’Amico osserva che "quelle superfici complementari enormi sono il motore vero del progetto" ma che "in quel luogo e in quel quartiere residenziale non riesce fisicamente a ritrovare gli spazi previsti dalle norme e questo vale e varrà per qualsiasi altro progetto di quelle dimensioni: in in quello spazio al posto dello stadio deve a nostro avviso realizzarsi un grande parco urbano a verde e anche la tanto invocata legge sugli stadi non offre facili scappatoie perché prevede che ‘nel caso di intervento su impianto preesistente può prevederne la demolizione e ricostruzione, anche con volumetria e sagoma diverse nel rispetto della disciplina urbanistica vigente’". Le tesi ambientaliste, tuttavia, sono state respinte al mittente dal deputato leghista, Edoardo Ziello: "Un parco urbano al posto dell’Arena? Una posizione assurda che non accetteremo mai, si mettano l’animo in pace". Secondo il capogruppo di Fratelli d’Italia, Maurizio Nerini, invece, "su tutti gli aspetti urbanistici e paesaggistici il Comune ha ragione, ma il furore ecologista se ne frega di tutto e con una città imbandierata vorrebbe abbattere l’Arena Garibaldi-Stadio Romeo Anconetani".