
Un’immagine dei bombardamenti su Gaza: una donna in una scuola distrutta
Stop al genocidio di Gaza. La società civile dell’area compresa fra Lamporecchio e Larciano, Vinci e Cerreto Guidi ha organizzato, con il patrocinio delle rispettive amministrazioni comunali e l’adesione di oltre 60 enti ed associazioni del territorio, una fiaccolata finalizzata ad esprimere tutta la propria indignazione per il massacro in atto nella Striscia di Gaza. Un anelito alla cessazione della barbarie che accomuna tutte le guerre che affliggono il mondo. La fiaccolata si articolerà in due distinti cortei, che partiranno contemporaneamente lunedì 14 luglio alle ore 21. Il primo da piazza Vittorio Veneto a Larciano, con in testa una bandiera della pace, il secondo da piazza IV Novembre a Lamporecchio, con in testa una bandiera della Palestina. I due cortei della pace procederanno l’uno verso l’altro per incontrarsi a metà strada, di fronte alla piscina intercomunale Centocampi dove, ai saluti delle autorità, seguiranno gli interventi di Anpi Pistoia, Comunità Palestinese di Firenze, Arci Pistoia, Libera Pistoia e Coordinamento scuole per la Palestina della provincia di Pistoia. Al termine degli interventi, le due bandiere che avranno aperto i cortei verranno consegnate ai sindaci di Cerreto Guidi e di Vinci, per essere riutilizzate in occasione di una seconda tappa della fiaccolata, in programma a settembre, con partenza dai rispettivi comuni e incontro a metà strada, in una sorta di staffetta umanitaria pro-Gaza.
Ogni fiaccola accesa, ogni striscione, ogni cartello, ogni bandiera, sarà il simbolo della volontà di reagire con determinazione al genocidio in atto nella striscia di Gaza, del rifiuto di accettare come "diritto alla difesa" o "risposta alla strage del 7 ottobre" i crimini di guerra e contro l’umanità quotidianamente perpetrati contro la popolazione civile palestinese inerme, con un bilancio ufficiale di 57mila morti, di cui i bambini rappresentano un’alta percentuale. Gaza può essere ormai definita come "un cimitero del diritto internazionale". Di fronte a questa disumanità, la società civile ha deciso di scendere in strada, di reagire con forza alla sensazione di impotenza e all’indifferenza di una società ampiamente anestetizzata. Non intende accettare in silenzio questa macchia sulla coscienza collettiva, assuefarsi all’orrore, ma proclamare il proprio "non nel mio nome!".