
Riccardo Monti
Cambio al timone dell’alberghiero Martini dal primo settembre. Dopo tredici anni di reggenza, Riccardo Monti va in pensione. Un simbolo della scuola della Valdinievole e un personaggio che non sarà dimenticato. Lascia le redini a Marzia Andreoni. "Ho fiducia in lei – dice il preside del Martini –. È brava e capace. Trova una scuola solida e in salute. Vorrei dirle di avere fiducia in se stessa, sarà all’altezza di questo incarico".
Più che una carriera, una vita dentro la scuola la sua.
"Esatto. Ho mosso letteralmente i primi passi di bimbo nella casa dei miei nonni a Lamporecchio. Era stata divisa in due, dall’altra parte del muri c’erano le aule della scuola. I miei genitori hanno insegnato, mia moglie insegna. Mi è venuto naturale. Per sei mesi da giovanissimo provai a lavorare in banca ma non era per me. La mia vita è dentro la scuola".
La terza sede del Martini porta in qualche modo la sua firma, ma non è stato semplice arrivare a concludere i lavori e ultimare la creazione dei laboratori.
"Tanti intoppi, talvolta mancavano i fondi. Il risultato però ripaga tutte le fatiche. Dall’esterno non si capisce la grande trasformazione, con laboratori all’avanguardia. Un grazie speciale va alla Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia per il generoso ed essenziale contributo".
I professionali italiani sono in crisi ma il Martini tiene botta. Qual è il segreto?
"Il Martini resiste perché gode di una buona reputazione e offre qualcosa in più rispetto ad altre realtà. Quest’anno, in particolare, avremo due classi in più rispetto al 2024/2025. Nonostante le difficoltà del nostro tempo, restiamo una scuola di qualità, con tutor, mentor e un orientatore".
Ha insegnato all’estero: differenze tra il sistema italiano e gli altri nei quali ha lavorato?
"Sono stato a Istanbul e in Belgio per 12 anni. Sono improntate sul curriculum individuale, meno rigide".
Metterà la sua esperienza al servizio della scuola?
"Mi piacerebbe. Sono a disposizione per proposte. Altrimenti mi godrò il riposo e farò altro".
Ultimo collegio con standing ovation: se lo aspettava?
"Mi sono commosso, mi sentivo un attore sul palcoscenico. Il regalo più bello che porterò nel cuore".
Giovanna La Porta