Montecatini (Pistoia), 7 giugno 2025 – “Mi piacerebbe sapere chi è che brucia la plastica a quest’ora...”. Quando ha realizzato che a essere stata data alle fiamme era la valigia che conteneva la testa di Denisa Paun, è rimasta senza parole. A scrivere quella frase sui social, la notte tra il 17 e il 18 maggio, una donna di Monsummano residente a Bizzarrino, a poca distanza dalla casa degli orrori, dove Vasile Frumuzache abitava con la sua famiglia e dove avrebbe bruciato la testa della donna uccisa a Prato due giorni prima.
Da un orrore all’altro, il ritrovamento dei resti di Ana Maria nei pressi dello stesso casolare: un mucchietto d’ossa intrise di fango e coperte dalle sterpaglie nella boscaglia di via di Riaffrico, Montecatini Alto. La sua scomparsa era stata denunciata il primo agosto 2024 da sua cugina, che era preoccupata perché non riusciva a mettersi in contatto con lei da alcuni giorni, dal 28 luglio. E le ricerche erano state mente attivate. Furono allertati anche i pronto soccorso della zona. Sparita senza lasciare traccia. Ma la famiglia non si sarebbe mai arresa. Ana Maria Andrei viveva in una casa nella zona sud ovest di Montecatini, non distante dai giardini di via Dalla Chiesa.
Una confessione obbligata quella resa dal killer dopo che gli inquirenti avevano scoperto nella rimessa della sua casa una Bmw risultata della vittima. Cosa abbia scatenato quella sera la furia omicida è poco chiaro: secondo Vasile la donna non avrebbe acconsentito al rapporto sessuale. Sulla morte di Andrei indaga per competenza la Procura di Pistoia, sostituto Chiara Contesini, che nel sopralluogo è stata accompagnata dallo stesso procuratore capo, Tommaso Coletta. I primi accertamenti da svolgere saranno quelli che permetteranno di poter attribuire i poveri resti alla Andrei. Quelle sezioni di ossa e frammenti di indumenti nascosti dai rovi, sono stati esposti per quasi un anno alla pioggia, al vento e alle aggressioni degli animali. Ma emerge un particolare che getterebbe un’ulteriore luce sinistra sui delitti: l’omicida potrebbe aver usato lo stesso coltello per infliggere la morte alle vittime. Ora i resti di Ana Maria Andrei sono all’obitorio dell’ospedale San Jacopo di Pistoia. L’incarico dell’esame sarà affidato allo stesso medico legale Sonnellini di Prato che oggi farà l’autopsia su quelli di Denisa.
Sulla figura di Frumuzache si intrecciano testimonianze che entrano nettamente in conflitto con i delitti. Sembra di parlare di un’altra persona. Vigilante della “Globo”, è descritto come un dipendente modello. “Un cartellino come il suo è raro vederlo” ha detto il titolare della “Globo”, Cristiano Niccolai ai microfoni Rai, aggiungendo che nei giorni del delitto Frumuzache aveva chiesto ferie. “In 3 anni di lavoro per noi non ha mai preso nemmeno una multa per divieto di sosta – prosegue il datore di lavoro – Sfogliando il suo fascicolo non c’è nessun appunto: ha superato il corso in modo perfetto, esami e controlli medici perfetti. Il suo dottore aveva dato l’assenso al porto d’armi così come le questure e le prefetture”. Infine la suocera: “L’ho conosciuto che era un ragazzino – racconta – quando la madre lo portò in Sicilia aveva 14 anni e l’ho visto crescere. Non doveva fare quello che ha fatto”.