
Le truffe riguardanti il bonus facciate coinvolgono la. Valdinievole (foto d’archivio)
Le presunte truffe relative al bonus facciate tornano sulla scena giudiziaria in Valdinievole. Un imprenditore, attivo tra la Puglia e la Toscana, già gravato da precedenti specifici, e una commercialista di Pescia sono finiti agli arresti domiciliari, in esecuzione di una misura di custodia cautelare, emessa dal giudice delle indagini preliminari del tribunale di Pistoia, per un’inchiesta su una presunta frode da 11 milioni di euro in materia di bonus edilizi. Le indagini, coordinate dalla procura di Pistoia, sono state condotte dalla guardia di finanza di Prato.
L’inchiesta, avviata nel 2022, ha permesso di ricostruire, secondo le fiamme gialle, "l’operatività di un sistema fraudolento, attivo a livello nazionale, volto alla creazione e commercializzazione di crediti d’imposta fittizi connessi al cosiddetto bonus facciate". L’attività investigativa ha portato alla luce che "gli indagati, attraverso la falsa attestazione di lavori edilizi mai eseguiti, in tutto o in parte, avrebbero indotto in errore l’Agenzia delle Entrate, generando crediti d’imposta inesistenti che venivano successivamente ceduti a terzi in buona fede o monetizzati con il concorso di intermediari professionali".
In molti casi, sostengono gli inquirenti, gli immobili risultavano intestati a persone completamente ignare. I proventi ottenuti dalla cessione fraudolenta dei crediti sarebbero stati riciclati e reimpiegati "mediante complesse operazioni finanziarie e l’acquisto di beni di lusso, immobili e autovetture di alta gamma". Tra gli indagati l’imprenditore arrestato, già segnalato per reati tributari e fallimentari, sarebbe stato "l’ideatore del meccanismo fraudolento" e la commercialista di Pescia, operativa tra le province di Prato e Pistoia, sarebbe stata "materialmente incaricata della trasmissione all’Agenzia delle Entrate delle comunicazioni finalizzate alla generazione dei falsi crediti". Un terzo indagato avrebbe avuto un ruolo di prestanome, formalmente intestatario delle società utilizzate per la creazione dei crediti fittizi.
Nell’ambito delle indagini le fiamme gialle hanno anche sequestrato crediti inesistenti per oltre 8,5 milioni di euro, una struttura alberghiera, un opificio industriale e un’abitazione privata per un valore stimato dei tre immobili di circa 2 milioni di euro e tre società di capitali, sottoposte a sequestro impeditivo, per un valore complessivo del capitale sociale pari a 300mila euro. Il numero dei falsi cantieri potrebbe essere molto più alto rispetto a quello accertato dalla guardia di finanza. Le indagini coordinate dalla procura di Pistoia proseguono quindi per trovare ulteriori riscontri rispetto a quanto scoperto finora.
Da. B.