
Da qualche anno non si effettua più la processione alla Maestà’ di S.Rocco, i fedeli lanciano l’appello per recuperare la tradizione
Di origini francesi, San Rocco, era il Santo più invocato nel periodo medievale in quanto riconosciuto a livello popolare come il protettore dal terribile flagello della peste. Molto venerato nel mondo contadino, anche in Lunigiana, è frequente trovarne la sua immagine nelle edicole e maestà disseminate qua e là in varie località di campagna. Nelle immagini e sculture che lo ricordano, è sempre raffigurato con un cane al suo fianco, sicuramente in ossequio alla storia-leggenda che racconta di un cane che quotidianamente portava del pane a San Rocco per il suo sostentamento nel periodo in cui, nel Trecento, nella zona di Piacenza, lui stesso era stato contagiato dal morbo.
Così pure nella maestà a lui dedicata nella zona di Filattiera, prima di arrivare al Ponte della Tanè dove, almeno prima del periodo del Covid nel mese di agosto, parroco in testa, i fedeli si recavano in processione a venerarlo con gli uomini della Confraternita che, in quattro a spalla, portavano per oltre mezzo chilometro la pesante statua lignea del Santo. "Ormai, è qualche anno che la processione fin lassù non viene più fatta - spiega una signora della zona - e pensare che oltre 20 anni fa, il tetto della maestà era crollato e l’immagine originale del Santo era stata rubata; ci aveva pensato un provetto scalpellino del paese a risistemare tutto e a scolpire sulla pietra, nuovamente la figura di San Rocco. Ricordo che quando la processione arrivava di fronte la maestà il parroco recitava le orazioni: era un momento di fede autentica, che sta venendo meno".
"Il problema principale è che sono venuti a mancare gli uomini validi a dare il cambio per trasportare fino alla Tanè la statua del Santo - sottolinea il marito della donna - Non è uno scherzo portare quel peso per settecento metri. Ci vogliono diverse persone pronte a sostituire via via i compagni stanchi. Non esiste più la vecchia generazione e non è facile reperire chi la sostituisce. Purtroppo, piano piano la zona attorno la maestà dove si trova anche un calco di statua-stele e una specie di tavolo in muratura, viene abbandonata e lasciata nell’oblio. Vediamo di impegnarci tutti - conclude - per non far morire questa antica tradizione, bensì di recuperarla".
Roberto Oligeri