Proposta choc di ’Salviamo le Apuane’. "Dividiamo le cave di Massa e Carrara: quelle nel Parco vanno bloccate"

L’associazione lancia la provocazione alle istituzioni per difendere l’ambiente e sbloccare lo stallo. "Si continui a lavorare nel bacino della città del marmo, chiudiamo le coltivazioni fuori dal perimetro"

Una cava di marmo

Una cava di marmo

Carrara, 30 aprile 2024 – Lasciare le cave solo a Carrara, ormai data per ‘spacciata’, e chiudere tutte le altre, oltre ad applicare con rigore tutte le previsioni della normativa per la filiera corta. E’ la proposta ‘alta e coraggiosa’ che lancia il gruppo Salviamo le Apuane, quasi choc, ma con l’obiettivo sia di far discutere sia di trovare una strada per tutelare le montagne dall’attività estrattiva. Una proposta, scrivono che possa "sbloccare la situazione di incompatibilità fra ambiente ed economia nelle Alpi Apuane. Sarà presentata pubblicamente e discussa nel convegno organizzato a Palazzo Ducale di Massa l’11 maggio alle ore 10 intitolato ‘Salviamo le Apuane e il lavoro apuano’".

L’idea che lancia il gruppo "nel pieno della campagna elettorale europea e comunale, è di prendere atto della divisione delle Apuane in due grandi aree: una, di Carrara, dove l’escavazione del marmo ha compromesso l’ambiente in modo praticamente irreversibile, dove si cava la stragrande parte del marmo e dove è, di gran lunga, il numero più alto di cavatori, l’altra, le Apuane nel Parco delle Apuane dove l’attività occupazionale primaria è legata al turismo e dove le cave sono eccezioni che incidono un territorio integro e di straordinaria bellezza. Prendendo atto di questa divisione, si propone una divisione del lavoro come segue: l’escavazione del marmo viene collocata esclusivamente nei bacini marmiferi del Comune di Carrara, e continua come entità industriale".

“Ciò comporta – proseguono – che le cave fuori da Carrara e nei Comuni del Parco Apuane vadano a chiusura. Rendere operativa la Legge Regionale 35 che impone di lavorare localmente il 50% del marmo escavato e potenziare, riaprire, attivare laboratori di lavorazione del Marmo di Carrara (quello cavato a Carrara, come Marchio da affermare nel mondo) nei Comuni del Parco (fuori di Carrara) che hanno visto chiudere le loro cave, assorbendo nella lavorazione i cavatori che operavano nell’estrazione. In questo modo, si potrà salvare l’ambiente del Parco delle Apuane chiudendo le cave nel suo territorio, senza avere diminuzioni occupazionali né a Carrara né altrove". Al convegno inviteranno sindaci, forze politiche e sindacali, religiose, rappresentanti di Regione, Province e presidente del Parco, Andrea Tagliasacchi.