S’intitola ’L’ingiustizia al tempo degli dei’ l’opera di Paolo Nicolai ispirata a Medusa che verrà inaugurata oggi alle 18,30 sulla passeggiata sul molo di Marina di Carrara alla presenza di rappresentanti del Comune, dell’Autorità portuale, Retiambiente e Cermec. Interverranno inoltre i main partner Ambiente spa, Scart, Modeck, Tirrena e Bencore. Paolo Nicolai, artista carrarese che ha ridato nuova vita alla scultura classica portando la sua arte nelle gallerie e nelle ambasciate di tutto il mondo, svelerà la sua ultima opera ispirata a Medusa, che resterà esposta fino al 30 settembre.
Per i materiali l’artista gioca come sempre con la creatività del riciclo scegliendo il marmo recuperato nelle sue molteplici tipologie: calacatta, statuario, bardiglio, utilizzando anche plastica in scaglia riciclata da bottiglie e flaconi in Pet, e antichi ferri arrugginiti ritrovati in cava.
"Sarà un tentativo di dare giustizia a distanza di millenni a una sacerdotessa abusata, abbandonata al suo destino perfino dagli Dei che avrebbero dovuto proteggerla e infine giustiziata, smembrata e utilizzata come un’arma di distruzione di massa – spiega Nicolai -. Qui non è più rappresentata come un mostro, uno strumento di terrore, una creatura crudele e spietata capace di pietrificare con gli occhi, ma come una donna fiera, dallo sguardo deciso, ma non mortale, desiderosa di giustizia e di verità. La scultura sarà la rivisitazione della Medusa morta e sanguinante del Cellini alla quale ho ridato la vita aprendole gli occhi, con una nuova espressività, curandone le ferite, rimodellando e attualizzando i lineamenti del volto e cambiandone la postura: non più mostro decapitato simbolo di disordine, ma ora di nuovo una donna bellissima e desiderosa di giustizia. Lo spettatore – conclude Nicolai – sarà quindi chiamato a rileggere il mito con un nuovo sguardo, una potente metafora della violenza subita dalle donne e della tendenza nella società a incolpare le vittime, temi purtroppo ancora attuali. Medusa si è trasformata così in un emblema di resistenza e forza interiore. I serpenti che adornano la sua testa e il suo sguardo pietrificante non sono più soltanto elementi terrificanti, ma simboli di potere e autodifesa: un esempio di come il trauma possa essere elaborato e riconvertito in forza. L’opera avrà lo sguardo diretto al Monte Sagro e sarà collocata a poca distanza dalle onde per rinnovare, e stavolta speriamo vincere, un’antica sfida col Dio del mare Poseidone".