FRANCESCO SCOLARO
Cronaca

Monitoraggio marmo. Un anno da dimenticare. Arretrano la produzione e i livelli occupazionali

I dati emersi dal documento passato in Giunta regionale toscana. Togliendo l’anno 2020 sono i valori più bassi registrati dal 2018.

I dati emersi dal documento passato in Giunta regionale toscana. Togliendo l’anno 2020 sono i valori più bassi registrati dal 2018.

I dati emersi dal documento passato in Giunta regionale toscana. Togliendo l’anno 2020 sono i valori più bassi registrati dal 2018.

Il nuovo monitoraggio del Piano Cave della Regione Toscana, passato in giunta nelle scorse settimane, traccia l’aggiornamento annuale su quello che è stato il 2024 sotto il profilo estrattivo, produttivo e occupazionale. Il documento registra un arretramento, sul fronte della produzione e, purtroppo, anche in quello degli addetti. E’ un’analisi che mette insieme tutta la Toscana, non solo la provincia apuana e i bacini delle Alpi Apuane: tuttavia, è proprio su questi che c’è una maggiore attenzione perché la quantità di volumi estratti e per la qualità del materiale, il marmo fra i più preziosi e conosciuti al mondo. L’attività di monitoraggio è finalizzata a verificare la compatibilità delle scelte con la tutela e lo sviluppo sostenibile del territorio e dell’ambiente ed a verificare la capacità di assicurare il raggiungimento degli obiettivi fissati dal piano stesso.

Una nota doverosa: la banca dati regionale, popolata in collaborazione con i Comuni, è in continuo aggiornamento: ciò comporta che possono essere rivisti, aggiornati e perfezionati anche i dati degli anni passati. Variazioni che, comunque, non sono sostanziali soprattutto quando si parla di produzione. Se nel 2023 il calo c’era stato ma live, rispetto all’anno precedente, nel 2024 la differenza si è fatta più sensibile: nella provincia apuana i volumi estratti nel 2024 inseriti nel Prc sono pari a circa 1,33 milioni di metri cubi. Togliendo il 2020, l’anno della pandemia (quando comunque furono 1,25 milioni di metri cubi), è il valore più basso mai registrato dal 2018: tenendo conto che in tutta la Toscana i materiali ornamentali valgono una produzione da 1,8 milioni di metri cubi nel 2024, è evidente l’incidenza che ha la provincia apuana e, soprattutto, Carrara.

Parlando di resa, circa 308mila metri cubi sono stati prodotti da taglio (blocchi, insomma), e siamo attorno al 23%, mentre i derivati in terra apuana scendono sotto il milione di metri cubi (967mila circa, era successo nel 2020 e 2021), quasi equamente divisi fra marmo a scaglie bianche e marmo a scaglie scure. Il bacino più importante è, ovviamente, Carrara per le pietre ornamentali: 1.180.665 di metri cubi il valore della produzione nel 2024, con una media annua di 1,3 milioni di metri cubi e un completamento previsto degli obiettivi sostenibili pin prospettiva sul termine del Prc pari al 77,97%.

Dopo la ripresa nel 2023, tornerebbe a scendere anche l’occupazione nel lapideo al monte in terra apuana: da 833 addetti, il dato registrato nel 2024 è di 766 lavoratori: di questi 743 nel bacino di Carrara. Un trend in declino che vale a livello regionale dove "nei 7 anni di raccolta dati si mostra un trend negativo di decrescita pari al -4,21% annuo e un valore assoluto di decrescita pari al 30% rispetto all’anno 2018". In pratica, nella provincia apuana è come se ogni addetto avesse estratto 1.747 metri cubi di marmo e derivati in un anno. Il monitoraggio del Prc, infine, registra due importanti fasi di stallo nel settore: da un lato il Piano integrato del Parco delle Alpi Apuane rispetto al quale "non risulta alcun aggiornamento" e si trova ancora nella fase del 2022, quando la giunta regionale ha proposto al consiglio l’approvazione dello stesso. Nessuna novità anche sui Pabe.