
Problemia anche per la. sanità che senza giovani dovrà provvedere agli anziani
C’è già chi parla di baratro demografico. In realtà il futuro è previsto senza giovani. E un futuro senza giovani non è un futuro. I dati Istat elaborati dalla Cgia di Mestre, Associazione artigiani e piccole imprese della città veneta parlano chiaro: Massa-Carrara rischia un’emergenza demografica. Secondo le stime, nei prossimi dieci anni la nostra provincia perderà il 10,8% della popolazione residente. Un crollo peggiore rispetto al già critico –7,8% della media italiana e al –6,2% di quella Toscana. Basti pensare che Lucca naviga al –7,6%, Pisa –5,3%, Pistoia –4,4%. La Cisl di area vasta corre ai ripari e parla di "madre di tutte le emergenze".
"Senza giovani, le scuole si svuoteranno: meno classi, meno insegnanti, meno posti di lavoro – riferiscono dal sindacato che ha raccolto i dati Istat e ha aperto una riflessione –. Nelle aree meno urbanizzate si arriverà ad accorpamenti o chiusure". La mancanza di nuove leve significa danni anche per la sanità "che dovrà fare i conti con l’aumento della popolazione anziana. Serviranno strutture più attrezzate, cure intermedie, più posti letto e servizi adeguati a una popolazione over 80 in crescita". A preoccupare è anche l’assenza di una pianificazione per attrarre forza lavoro. "Fino a pochi anni fa trovare lavoro era difficile. Oggi, invece, le aziende faticano a reperire personale. E se vogliamo che le grandi imprese, che stanno investendo in modo deciso, restino sul territorio, dobbiamo porci il problema". Si ricordano "gli sciami di lavoratori stranieri, pakistani, banglades, che escono in monopattino dallo stabilimento Baker Hughes ad Avenza. Una scena che suscita perplessità, ma che rappresenta una precisa risposta del sistema produttivo globale: chi investe qui lo fa finché conviene, e intanto si porta dietro manodopera che manca localmente. Ma questi lavoratori, se non vengono inseriti, non restano: vivono a Viareggio, La Spezia o altrove, tornando ogni giorno in treno. Non comprano, non spendono, non fanno vita sociale a Carrara o a Massa. E lo stesso vale per i pulmini che ogni giorno portano lavoro da fuori: fasi produttive esternalizzate, valore aggiunto che se ne va".
Infine il settore principe del territorio: il lapideo. "Il settore del marmo è a rischio. Con la cosiddetta “gobba pensionistica” (l’uscita simultanea dei nati nei primi anni ’60), ci troveremo a dover sostituire numeri elevati di lavoratori in tempi brevi. Ma come? Servono figure qualificate, competenti, affidabili. La cava è un ambiente ad alto rischio e l’improvvisazione, qui, può costare carissimo. E il porto? Le bonifiche? Gli elettrodotti che arrivano dal mare? Tutte questioni importanti, ma che impallidiscono davanti alla vera, grande urgenza: la sopravvivenza sociale del territorio. E allora la domanda diventa inevitabile: perché Massa-Carrara, con le sue montagne, il mare, la bellezza del paesaggio e un tessuto industriale vivo, continua a perdere popolazione? Perché decresce quasi il doppio rispetto alle medie nazionale e regionale? Perché qui si fanno meno figli che altrove? Le risposte non sono semplici, ma il tempo per riflettere è finito. Occorre agire. Con visione, coraggio e concretezza".
Cristina Lorenzi