
A Re Giorgio si fanno presenti le conseguenze derivate dall’escavazione "Poco hanno a che vedere con l’impegno per la sostenibilità che il brand cerca di perseguire. Serve una profonda riflessione".
I morti in cava, le sospette infiltrazioni mafiose, l’inquinamento e i danni alle Apuane. Temi che contraddicono quel principio di sostenbilità che il brand Armani va sostenendo. Questo ricordano a ’Re Giorgio’ i vertici del Cai e con una lettera firmata dalla presidente del gruppo regionale Benedetta Barsi e dal presidente della Commisione regionale tutela ambiente montano Mauro Chessa gli fanno presente quanto questo strida con la lussuosa cena fatta nei giorni scorsi nei bianchi bacini. "Ci permettiamo di segnalare – scrivono a Giorgio Armani – che l’accostamento del suo nome, e del suo prestigioso brand al mondo dell’estrazione del marmo potrebbe non essere stata una scelta felice".
A tal proposito ricordano le dichiarazioni della Procura alla Commissione parlamentare d’inchiesta sui rifiuti illeciti: "alle cave c’è tutto tranne gli omicidi volontari", sottolineano le dichiarazioni del prefetto Guido Aprea "Massa Carrara nella ’torta’ delle infiltrazioni mafiose ha la fetta più larga rispetto alle altre realtà toscane. Su nove interdittive, ben cinque hanno avuto ragione e sono state seguite dalla chiusura delle aziende interessate. Dove ci sono tanti soldi la mafia c’è. Non è quella della lupara, ma quella dei colletti bianchi". Ancora si ricordano le interviste di Gian Gaetano Bellavia a Report: "forse chi tratta stupefacenti ha un rapporto così ... utili imbarazzanti". Ancora si riferiscono al re della moda le dichiarazioni di Salvatore Calleri, referente della Fondazione Antonino Caponnetto, il documentario “Antropocene - L’Epoca Umana” realizzato dai registi Jennifer Barchwall e Nicolas de Pencier insieme al fotografo Edward Burtynsky, che annovera le cave apuane tra i 43 peggiori disastri ambientali nel mondo. Da lì un lungo elenco di disastri legati all’estrazione del marmo come l’inquinamento dell’acqua potabile che deve essere depurata prima di essere immessa nella rete idrica, si elencano le raffiche di multe alle imprese, i dati Inail su morti e infortuni in continua crescita, la provincia al 106° posto in classifica nel campo “Tasso di infortuni sul lavoro mortali e con inabilità permanente” (le province considerate sono 107); il tasso di occupazione più basso della Toscana e persino al di sotto della media nazionale. "A fronte degli enormi guadagni di alcuni imprenditori la popolazione si impoverisce – scrivono dal Cai – e secondo il report Qualità della vita del Sole 24 Ore la provincia è al 102° posto in classifica nel campo “Affari e lavoro”. Visto l’impegno del suo gruppo e suo personale a perseguire gli obiettivi del Piano di Sostenibilità confidiamo che quanto segnalato sia sufficiente a stimolare una riflessione".