REDAZIONE MASSA CARRARA

"Caravella: una colata di cemento". I cittadini contestano il progetto

L’associazione Arca annuncia l’esposto in Procura, alla Corte dei Conti e alla Soprintendenza

L’area della Caravella al centro di un intervento di recupero

L’area della Caravella al centro di un intervento di recupero

Dopo lo scempio dei nidi, adesso è lampante la devastazione da cemento. L’associazione Arca interviene di nuovo sulla Caravella e definisce il progetto di restyling del Comune "un disegno che tradisce la cultura del verde e la sostenibilità ambientale". Dopo aver contestato l’abbattimento dei pini avvenuto in pieno periodo di nidificazione, l’Arca apre una riflessione più ampia sul progetto di riqualificazione dell’area, finanziato con fondi Pnrr, "che presenta serie criticità ambientali, tecniche e amministrative" e annuncia di intraprendere azioni formali, tra cui un esposto alla Soprintendenza, alla Procura e alla Corte dei Conti, oltre a un monitoraggio civico sull’impiego dei fondi pubblici.

Si parla quindi di cemento al posto del verde, con un progetto che prevede una riduzione delle superfici impermeabili. "Si demoliscono aree già asfaltate e inutilizzate, si costruisce su aree verdi, peggiorando la qualità del suolo. Il saldo finale è formalmente “neutro”, ma il verde reale si riduce e il cemento avanza. Una vera rigenerazione ambientale richiederebbe la restituzione di suolo naturale, non la sua riconversione funzionale. Il progetto – prosegue Arca – potrebbe risultare in contrasto con il principio Dnsh, pilastro del Pnrr: non è documentata alcuna urgenza che giustifichi l’abbattimento indiscriminato; manca una valutazione paesaggistica e il coinvolgimento della Soprintendenza; i tempi stretti del Pnrr non giustificano scorciatoie ambientali". Da qui un appello alle istituzioni "per una revisione tecnica del progetto, con perizie individuali e piano di sostituzione graduale delle piante compromesse; verifica della legittimità degli abbattimenti, in particolare nel rispetto delle norme su nidificazione e paesaggio; bilancio ecosistemico trasparente, con garanzie concrete sulla compensazione ambientale; coinvolgimento civico nelle decisioni, nel rispetto dei criteri di trasparenza previsti dal Pnrr".

A questo si aggiungono le perplessità sul verde: "Un progetto povero di cultura del verde. Gli alberi maturi sono stati abbattuti senza valutazioni strumentali, senza bilanci ecosistemici sui benefici perduti, senza garanzie di sostituzione. La relazione agronomica – proseguono dall’associazione – generalizza lo stato di senescenza dell’intera pineta senza indicazioni su quali alberi siano compromessi; propone un abbattimento in blocco, considerato “più economico”, ma ecologicamente dannoso; ignora il principio di gradualità e non fornisce un bilancio dei servizi perduti".