NATALINO BENACCI
Cronaca

Sinergie contro la ‘Psa’. L’appello dei cacciatori: "Limitazioni da rivedere"

Collaborazione tra enti e associazioni all’assemblea provinciale di Arci Caccia "Attività venatoria necessaria nel contenimento della diffusione della peste".

Collaborazione tra enti e associazioni all’assemblea provinciale di Arci Caccia "Attività venatoria necessaria nel contenimento della diffusione della peste".

Collaborazione tra enti e associazioni all’assemblea provinciale di Arci Caccia "Attività venatoria necessaria nel contenimento della diffusione della peste".

L’attività venatoria non è incompatibile con le misure di contenimento della Psa ma addirittura necessaria, perché contribuisce in modo quasi totale al monitoraggio passivo alla ricerca di carcasse infette dei cinghiali nelle aree individuate da Asl e Atc Ms 13. I cacciatori vogliono essere protagonisti nella lotta alla diffusione della Psa e hanno saputo generare in sinergia con Asl e Atc Ms 13, una reazione efficace, mettendo in atto tutta una serie di iniziative che si stanno rivelando efficaci nel rallentare e contenere l’infezione. L’assemblea della Federazione provinciale di Arci Caccia, nei giorni scorsi nella la sala consiliare di Fivizzano, ha fatto il punto sulla situazione a circa un anno dal primo caso di Psa registrato nel Comune di Zeri. Presenti il sindaco di Fivizzano Gianluigi Giannetti, il presidente regionale di Arcicaccia Sirio Bussolotti, la dirigente veterinario Alessandra Cattaneo dell’Asl Toscana nord ovest, il presidente dell’Atc Ms 13 Emiliano Centofanti, il tecnico faunistico Paolo Bongi. Il veterinario Marco Betti, il presidente della Pro Segugio apuana Marco Cardellini, il coordinatore del Circolo Arci Stefano Cattani. Tutti hanno concordato che nonostante le difficoltà nella gestione della grave epidemia di peste suina, è emersa da parte del mondo venatorio una piena presa di coscienza.

Gli interventi hanno sottolineato che la caccia controllata svolge un ruolo essenziale nella lotta alla Psa in Lunigiana. Quando gestita con tecniche corrette, sinergie istituzionali e formazione, diventa uno strumento efficace per abbassare la densità di cinghiali, prevenire il contagio abbassando la densità di cinghiali verso gli allevamenti, proteggere raccolti e comunità rurali e garantire continuità economica per agricoltori e cacciatori. Restano però delle criticità da superare: semplificazione delle autorizzazioni, rafforzamento dei controlli, incentivi reali per cacciatori e agricoltori, tutela degli operatori e contrasto al bracconaggio. Solo con un approccio condiviso e responsabile tra comune, Asl, Atc, forze dell’ordine, agricoltori e mondo venatorio si potrà mettere davvero freno alla Psa e salvaguardare il territorio.

Per bloccare l’allargamento del contagio e favorire il depopolamento sono state importanti le deroghe per consentire le battute effettuate nelle forme previste dalla Legge regionale Toscana 3/1994 che disciplina gli interventi di controllo della fauna selvatica in particolare ungulati con le limitazioni sul numero dei cani (massimo 3) e dei partecipanti (massimo 15).

"E’ comunque necessario prendere coscienza che la caccia in braccata subirà uno stop per un tempo non definibile, ma comunque, fino alla completa negatività per 12 mesi nell’intero territorio provinciale, dall’ultimo caso accertato", ha sottolineato il presidente regionale di Arcicaccia Sirio Bussolotti, che considera maturi i tempi per rivedere e modificare alcune limitazioni sul numero dei partecipanti e di cani per gli interventi di depopolamento. E’ stato proposto di innalzare a 5 il numero dei cani limieri e a 25 i cacciatori vista la particolare natura dei territori.

N.B.