REDAZIONE MASSA CARRARA

Si chiude un’epoca. I Fratelli Cristiani vanno via dopo 166 anni. Ma la scuola resterà

La storia della ’San Filippo Neri’ era cominciata il 9 dicembre 1859. Genitori ed ex alunni avevano chiesto un posticipo. L’amarezza della comunità

La storia della ’San Filippo Neri’ era cominciata il 9 dicembre 1859. Genitori ed ex alunni avevano chiesto un posticipo. L’amarezza della comunità

La storia della ’San Filippo Neri’ era cominciata il 9 dicembre 1859. Genitori ed ex alunni avevano chiesto un posticipo. L’amarezza della comunità

Massa, 29 luglio 2025 – È la classica notizia che provocherà un sussulto a generazioni di massesi. Perché quando una città è abituata per oltre un secolo e mezzo a convivere con un pezzo di storia come i Fratelli Cristiani, l’addio è sempre doloroso. I titoli di coda sono già partiti: dopo 166 anni la comunità dei Fratelli Cristiani lascia ufficialmente Massa. Gli ultimi due religiosi, fratel Celestino e fratel Alberto, se ne andranno in seguito alla decisione presa dal responsabile della “Provincia Italia Fratelli scuole cristiane“ fratel Gabriele di Giovanni e del suo consiglio. Attenzione, però: le scuole resteranno al loro posto, idem la direzione. La differenza è che dietro la cattedra non ci saranno più religiosi, bensì maestri laici.

Era il 9 dicembre 1859 quando i primi fratelli – Evasio, Marcello, Semplicio e Zaccheo – giunsero in viale Chiesa, chiamati da Francesco V d’Asburgo-Este, figlio e successore del Duca di Modena, Reggio e Massa. “Una decisione sofferta – scrive la comunità dei Fratelli Cristiani di Massa – maturata nell’ambito della ristrutturazione delle istituzioni lasalliane in Italia con l’obiettivo di accorpare comunità ridotte nel numero e avanzate nell’età, al fine di garantire una gestione più umana e sostenibile del personale religioso”. Si chiude così una lunga pagina di storia educativa e spirituale, basti pensare a figure carismatiche come fratel Achille Buccella, Egidio Mura, Luigi Montini e Gian Piero Salvai che hanno lasciato un segno indelebile nella memoria collettiva della città.

“Fin dagli inizi – proseguono – abbiamo promosso un modello educativo fondato su buona istruzione, solidi valori, formazione religiosa ispirata al Vangelo e al carisma di San Giovanni Battista de La Salle, fondatore dell’istituto. Una scuola che ha formato generazioni di cittadini e professionisti: non esiste ufficio, attività o categoria del territorio massese che non annoveri tra i suoi membri un ex alunno della cosiddetta ’scuola degli Ignorantelli’”. Il tutto arricchito da un patrimonio affettivo e culturale fatto di ricordi, in primis le attività ricreative, sportive, teatrali e cinematografiche che hanno animato per decenni il numero 64 di viale Chiesa.

Negli ultimi decenni Massa ha già visto chiudere altre comunità religiose come le Suore Figlie di Maria, le Missionarie di via Cavour, le Suore Figlie di Maria Immacolata e le Infermiere di vicolo Volpigliano. “Nonostante gli appelli della comunità dei Fratelli Cristiani, di genitori ed ex alunni per posticipare di un anno la partenza dei Fratelli per assicurare il completamento di un ciclo scolastico nell’interesse dei bambini, se non altro per un criterio di continuità didattica come richiesto dal tutor della classe fratel Alberto Castellani – termina la nota – la decisione di procrastinare la chiusura della comunità è rimasta inascoltata dall’attuale direzione della scuola e dal responsabile della Provincia Italia fratel Gabriele e dai suoi consiglieri. La ’San Filippo Neri’ rimarrà aperta, affidata a personale laico coordinato dalla direzione. Negli ultimi anni docenti e dirigenti sono stati formati per portare avanti la missione educativa secondo lo spirito lasalliano, anche in assenza di Fratelli, grazie all’impegno di figure come la maestra Giuliana Oresi, che come insegnante e poi coordinatrice ha saputo mantenere vivo il carisma originario. L’auspicio è che la missione educativa continui a ispirarsi ai principi fondanti dell’istituto, parte integrante del patrimonio cittadino al pari di piazza Aranci, il Palazzo Ducale, la Rinchiostra, i Malaspina o la memoria della Resistenza”.