MICHELE SCUTO
Cronaca

"Mai più sole contro la violenza". Montignoso rinforza la rete solidale

VIa alla campagna d’informazione in aiuto delle vittime e il centro si amplia con uno spazio per le emergenze

La presentazione della nuova campagna anti violenza lanciata dal centro, dall’associazione Le Sabine e dal Comune di Montignoso

La presentazione della nuova campagna anti violenza lanciata dal centro, dall’associazione Le Sabine e dal Comune di Montignoso

Non serve aspettare il 25 novembre per capire che la violenza sulle donne è una ferita aperta e quotidiana. Basta entrare in un centro antiviolenza come quello di Montignoso per toccare con mano la realtà. "Ogni anno, tra le 30 e le 40 donne si rivolgono alla struttura per chiedere aiuto" spiega Francesca Menconi, referente del centro antiviolenza ‘Donna chiama Donna’. Un numero che è il segno tangibile di una necessità urgente, silenziosa, che attraversa ogni strato della società. Donne giovanissime e donne mature, italiane per la maggior parte, molte provenienti da comuni vicini che scelgono Montignoso per sentirsi più al sicuro, lontane da sguardi conosciuti. "La violenza – raccontano Francesca Menconi e le volontarie del centro – non guarda in faccia nessuno: può colpire ovunque, chiunque, in qualsiasi momento senza distinzione di età, etnia o ceto sociale. E quando una donna trova la forza di chiedere aiuto, deve trovarsi davanti una porta aperta".

È da questa consapevolezza che nasce la nuova campagna contro la violenza di genere promossa dal Comune di Montignoso, presentata ufficialmente nella cornice istituzionale di Villa Schiff. Non una ricorrenza, non un evento simbolico, ma un impegno strutturato, che mette al centro prevenzione e azione concreta. Il sindaco Gianni Lorenzetti ha voluto ribadire come la battaglia per i diritti delle donne e contro ogni forma di violenza debba essere portata avanti ogni giorno, con continuità e determinazione. Una visione condivisa dalle autorità presenti e da chi, come il Colonnello dei Carabinieri Alessandro Dominici, lavora ogni giorno sul campo, a stretto contatto con i centri antiviolenza. "Il contrasto alla violenza di genere non è solo un dovere istituzionale, è una responsabilità collettiva – ha dichiarato Dominici – e senza il lavoro silenzioso, costante e professionale delle volontarie e operatrici, sarebbe impossibile garantire risposte tempestive ed efficaci".

Il centro di Montignoso rappresenta infatti un presidio fondamentale per l’intero territorio: non solo ascolto e accoglienza, ma anche orientamento legale, supporto psicologico e accompagnamento nelle fasi più delicate del percorso di uscita dalla violenza. Per rafforzare la capacità di risposta immediata è stato predisposto un nuovo spazio di “primissima accoglienza”, una stanza pensata per ospitare, in casi di estrema urgenza, le donne che non trovano posto in una struttura d’emergenza. "Non è una casa rifugio – chiarisce Menconi – ma un posto letto da utilizzare in situazioni critiche, grazie anche alla collaborazione del Comune che ci ha concesso nuovi spazi in via Sforza 58".

Il centro sta potenziando anche l’accessibilità: grazie a una nuova collaborazione con l’ENS oggi può accogliere anche persone con disabilità uditive, comunicando nella lingua dei segni. Inoltre, la presenza in équipe di una mediatrice culturale araba consente di superare le barriere linguistiche con una parte crescente dell’utenza. Tutto questo si inserisce in un progetto più ampio di sensibilizzazione e sostegno alla parità di genere, realizzato con il contributo del PR FSE 2021-2027, nell’ambito del progetto “Io sono io – next generation” promosso dalla Provincia che prevede anche interventi educativi nelle scuole, grazie al programma sulla cittadinanza di genere.

Le volontarie raccontano che ogni storia è diversa, ma tutte hanno un elemento in comune: la paura. Una paura che spesso impedisce perfino di parlare, di denunciare, di fidarsi. Per questo, strumenti come l’ammonimento – misura che può essere adottata su richiesta della vittima senza necessità di sporgere denuncia – si stanno rivelando fondamentali: permettono di agire in tempo, di tutelare le donne prima che la violenza esploda in forme irreversibili.