MICHELA CARLOTTI
Cronaca

Le ’Serate di Nomadelfia’ fanno centro

Gran finale domani a Pontremoli dello show che celebra l’impegno della comunità

Gran finale domani a Pontremoli dello show che celebra l’impegno della comunità

Gran finale domani a Pontremoli dello show che celebra l’impegno della comunità

Gran finale domani a Pontreomli per le iniziative della comunità di Nomadelfia, dopo le tappe del 23 luglio ad Aulla e del 28 luglio a Fivizzano. Dalla vivace tarantella alla coinvolgente danza irlandese, ogni esibizione intreccia tradizioni culturali diverse: ma ciò che rende davvero speciali queste serate è l’autenticità del messaggio che trasmettono. Nomadelfia - che deriva dall’antico greco e significa ’legge di fraternità’ - è il sogno concreto realizzato da don Zeno Saltini nel 1931. Questa comunità laicale cattolica si estende su 4 chilometri quadrati di terra maremmana, a 8 chilometri da Grosseto, dove nel 1949 i primi nomadelfi si trasferirono grazie alla generosità della Contessa Pirelli, molto amica di don Zeno e che condivideva il suo ideale. Qui oggi vivono circa 300 persone in totale comunione dei beni. Di loro scrissero, tra gli altri, Oriana Fallaci, Enzo Biagi, il New York Times; due Papi, Giovanni Paolo II e Francesco, fecero loro visita. Per lo Stato, Nomadelfia è un’associazione civile e una Fondazione proprietaria di tutti i beni immobili donati da chi entra nella comunità. Per la Chiesa è una parrocchia a tutti gli effetti, incardinata nella Diocesi di Grosseto. Dal punto di vista lavorativo, opera attraverso due cooperative, una agricola e una culturale. L’aspetto più toccante resta l’accoglienza dei minori in difficoltà. In oltre 90 anni, ha aperto le porte a più di 5mila ragazzi bisognosi: "Nomadelfia pensò all’idea dell’affido prima ancora che ci pensasse lo Stato, nell’Italia tra le due guerre quando molti erano gli orfani, gli ‘scartini’ come allora venivano chiamati", racconta Paolo, appartenente alla comunità. Nelle ’Serate Nomadelfia’ ogni performance rivela il grande messaggio di fratellanza.

Michela Carlotti