DANIELE MASSEGLIA
Cronaca

Lo strazio infinito. Detenuto si uccide in cella. Nona vittima in Toscana

Massa: 26 anni, tunisino, si è impiccato. Gli erano stati revocati i domiciliari. Il giorno prima aveva già tentato di togliersi la vita, salvato da un altro recluso. Intanto si aspetta l’esito dell’autopsia sul romeno morto alla Dogaia di Prato.

Un’altra tragedia all’interno di un carcere, stavolta quello di Massa

Un’altra tragedia all’interno di un carcere, stavolta quello di Massa

È una tragica casistica che non conosce sosta e scuote ogni volta le coscienze. Il nono caso in Toscana, il 43° in Italia dall’inizio dell’anno. L’ennesimo suicidio in carcere si è consumato nella casa circondariale di Massa nella notte tra domenica e ieri. La vittima è un giovane di 26 anni, di origini tunisine, arrivato nel capoluogo apuano il 16 luglio dopo che gli erano stati revocati gli arresti domiciliari. Lo hanno ritrovato impiccato ieri mattina nella sua cella, e nonostante i soccorsi per lui ormai non c’era più niente da fare. Come da prassi, la direzione del carcere ha subito avvisato la Procura di Massa Carrara, attualmente impegnata ad acquisire gli atti nell’ambito della relativa indagine chiamata a far luce sull’episodio.

Il secondo, tra l’altro, dato che il 26enne aveva già provato a togliersi la vita domenica mattina, ma il provvidenziale intervento del compagno di cella aveva scongiurato il peggio. Successivamente il giovane è stato sottoposto a visite mediche e spostato di cella, sempre insieme a un altro recluso. Ma nella notte è riuscito purtroppo a compiere l’estremo gesto. "C’è un’indagine in corso e più di tanto non posso dire. È stata avvisata la Procura – dice la direttrice del carcere Antonella Venturi – che acquisirà gli atti e farà tutti gli accertamenti del caso. Altri casi simili a Massa? Sono qui da un anno e mezzo e un episodio del genere non era mai successo, e in ogni modo per il precedente caso si va molto indietro con gli anni. Per il resto non c’è altro da aggiungere: si tratta di fatalità purtroppo non sempre evitabili". Più duro l’intervento di Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa polizia penitenziaria: "Con questo sono 43 i detenuti che si sono tolti la vita dall’inizio dell’anno – sottolinea – di cui tre nelle ultime 48 ore, a cui bisogna aggiungere tre operatori. Una strage senza fine che non può essere certo frenata dal sovraffollamento, come grottescamente affermato dal ministro della giustizia, che a Massa fa peraltro contare 270 reclusi presenti a fronti di soli 102 posti disponibili".

Si dovrà invece attendere il risultato degli esami sui campioni biologici prelevati dal corpo di Costel Scrupcaru per stabilire con certezza le cause del decesso. Il romeno, 58 anni, è stato trovato morto venerdì mattina nella sua cella di isolamento alla Dogaia. E’ stata svolta ieri l’autopsia sul cadavere dell’uomo ma per arrivare a una diagnosi certa serviranno i risultati dei test sui campioni. La procura di Prato, guidata da Luca Tescaroli, ha aperto un fascicolo con l’ipotesi di reato di omicidio in modo da poter disporre gli accertamenti tecnici e chiarire i contorni della vicenda, soprattutto dopo l’ultimo terremoto giudiziario che ha investito il carcere della Dogaia. Quel che è certo per ora è che Scrupcaru non si è tolto la vita.

Daniele Masseglia