
Il cartellone estivo del Comune presenta per Avenza tre serate con Giobbe Covatta, Roberto Mercadini e Arianna Porcelli Safonov
Avenza ospita la prima edizione della rassegna ‘Parole in libertà sotto la Torre’, organizzata dal Comune nel cartellone estivo. Tre appuntamenti in programma domenica 17, mercoledì 20 e giovedì 21, tutti a ingresso libero, con inizio alle 21.30, ospitati nella suggestiva cornice della Torre di Castruccio nel giardino di Casa Pellini. Una nuova rassegna di teatro di parola, con tre protagonisti dirompenti e sarcastici: Giobbe Covatta, Roberto Mercadini e Arianna Porcelli Safonov.
Le serate dedicate ai monologhi d’autore inaugurano domenica con ’6° (sei gradi)’ di Giobbe Covatta, con la partecipazione di Ugo Gangheri. Ancora una volta è un numero il titolo del nuovo spettacolo di Covatta, dopo “7” (come i sette vizi capitali) e “30” (come gli articoli della carta dei diritti dell’uomo), tocca ora al numero “6″ che rappresenta l’aumento in gradi centigradi della temperatura del nostro pianeta. Tutto ciò che vedremo nel corso dello spettacolo è collocato nel futuro in diversi periodi storici nei quali la temperatura media della terra sarà aumentata di uno, due, tre, quattro, cinque e sei gradi. Come sarà il mondo la cui temperatura media sarà più alta di un grado rispetto ad oggi? Il grande comico napoletano se lo è chiesto: modelli matematici applicati all’ecologia creati con solide basi scientifiche ci fanno pensare che i nostri discendenti avranno seri problemi e si dovranno adattare a (soprav)vivere in un pianeta divenuto meno ospitale, se non cercheremo di risolvere i problemi dell’ambiente, della sovrappopolazione e dell’energia sin da oggi. Certo l’uomo non perderà il suo ingegno e Giobbe Covatta si diverte a immaginare le drammatiche e stravaganti invenzioni scientifiche, sociali e politiche, che metteremo a punto per far fronte a una drammatica emergenza ambientale e sociale. Ne emergono personaggi di grande verve comica indaffarati a realizzare all’ultimo momento quello che noi avremmo dovuto fare da anni.
La rassegna prosegue mercoledì con Roberto Mercadini in Moby Dick: non racconta una storia. Non è un romanzo. Forse neppure un libro. È un mostro che sta fra gli altri volumi scritti come il leviatano bianco sta in mezzo alle altre creature marine. Moby Dick non si può narrare, “sebbene molti abbiano tentato” (per citare Melville). Che può farne, allora, un narratore? Può almeno far brillare alcuni frammenti incandescenti; far intuire, per sintesi, l’intera luce, l’intero calore del magma.
Per l’ultimo appuntamento giovedì in scena Arianna Porcelli Safonov in ’Alimentire’. È il nuovo progetto di Arianna Porcelli Safonov dedicato al grosso guaio in cui si è ficcata l’alimentazione: quello di diventare una tendenza a cui si aderisce con tutti i peggiori difetti che un cittadino possa mostrare in pubblico. C’è la frustrazione di non saperne abbastanza, la certezza che verremo umiliati dallo chef semidio e dalla sua carta che non si chiama più menù ma carta, appunto e che ha la stessa giovialità di un saggio di chimica nucleare, ma costa di più. C’è l’ansia delle centomila intolleranze alimentari, c’è la sofisticazione di qualsiasi ingrediente per renderlo più tecnologico, più performante, più costoso e tossico.