
Presentato il nuovo spettacolo della compagnia Oltremura, al debutto nel Carcere di Capanne. Ecco come partecipare
Vuole creare un ponte con il mondo esterno e facilitare il reinserimento nella società, in un clima di dialogo, speranza e fiducia. Punta a tutto questo “Con il tuo sguardo“, il nuovo spettacolo della compagnia Oltremura composta dalle attrici detenute del carcere di Capanne, con la direzione artistica e la regia di Claudia Calcagnile. Al termine di un laboratorio avviato l’anno scorso, “Con il tuo sguardo“ è pronto al debutto: andrà in scena alla Casa Circondariale di Capanne martedì 10 giugno (in anteprima per la popolazione femminile detenuta) e poi giovedì 12 giugno alle 18 in un replica aperta al pubblico. L’accesso al carcere richiede la compilazione di un form online (forms.gle/Gb8iTD1pDsFNYY9dA) entro oggi.
Un progetto prezioso che ieri è stato raccontato a Palazzo Donini. "Finalmente il teatro in carcere si rivolge anche alla sezione femminile – ha sottolineato Antonella Grella, direttrice della Casa Circondariale di Capanne –. Le donne sono meno numerose degli uomini ma vivono la dimensione detentiva con maggiori difficoltà e fortissima sofferenza, questo progetto serve a farle sentire vive e parte della società. Le detenute sono molto emozionate e hanno chiesto di esibirsi due volte". Lo spettacolo rientra nel progetto della Regione “Tra carcere e comunità: l’Umbria per l’inclusione sociale“ con il sostegno del Fondo di Beneficenza di Intesa Sanpaolo.
"Queste donne, come tutti noi, hanno bisogno di essere guardate" ha detto la regista Claudia Calcagnile, che ha raccontato il lavoro del laboratorio: "una trentina le detenute coinvolte, due volte alla settimana con una partecipazione discontinua e continui riadattamenti e reinserimenti". Con la dramaturg Francesca D’Agnano e con Mauro Cardinali e Federica Bracarda si è partiti da un riflessione sul tema delle architetture difensive e su quello dei legami. "Ma sono state le interpreti a offrire il vero materiale di partenza, con le loro improvvisazioni e le loro parole. In un susseguirsi di quadri poetici mettiamo in scena il volto meno rassicurante delle relazioni, che si rivelano nella loro crudezza, quasi senza lasciare scampo". Fondamentale è anche l’impianto scenografico: "E’ immersivo, senza la frontalità dello spazio tradizionale: significa che le barriere possono essere scomposte, abbassate. Anche quelle che separano la popolazione detenuta e quella civile".
Sofia Coletti