ALESSANDRA POGGI
Cronaca

Inquinamento al monte: "Pretendiamo piazzali puliti come specchi"

La ricetta di Legambiente per evitare la marmettola nei corsi d’acqua. L’Arpat ha sancito che non si può risalire alla cava ’colpevole’.

La ricetta di Legambiente per evitare la marmettola nei corsi d’acqua. L’Arpat ha sancito che non si può risalire alla cava ’colpevole’.

La ricetta di Legambiente per evitare la marmettola nei corsi d’acqua. L’Arpat ha sancito che non si può risalire alla cava ’colpevole’.

Legambiente Carrara propone la sua ricetta contro l’inquinamento da marmettola: sanzioni a chi non tiene pulite le superfici di cava. Secondo gli ambientalisti l’unico modo di evitare che gli inquinanti finiscano nei corsi d’acqua è quello di tenere pulite come uno specchio le cave. "È notizia di questi giorni che Arpat e Università di Firenze, studiando il rapporto tra attività estrattiva e inquinamento delle sorgenti, sono giunte alla conclusione che, sebbene quest’ultimo sia sicuramente causato dalle cave - scrivono gli ambientalisti -, è molto difficile individuare la responsabilità di una specifica azienda nell’intorbidamento delle sorgenti.

Anche lo studio in corso, che utilizza gli isotopi delle differenti tipologie di marmo per confrontarli con la marmettola che ha provocato un dato inquinamento, potrà tutt’al più consentire di individuare il bacino di provenienza del lapideo in questione, ma non la singola cava che quella marmettola ha prodotto. Dunque dobbiamo fare i conti con un’amara realtà e quando si verifica un inquinamento da marmettola, nelle sorgenti o nel fiume, non si può ricorrere alle vie legali, vista la difficoltà di individuare l’azienda responsabile del reato. Finora i piani di coltivazione sono stati approvati con prescrizioni su come deve essere gestita la marmettola prodotta in cava - proseguono nella nota di Legambiente -, ma tali misure si sono rivelate insufficienti.

In sostanza, proponiamo l’adozione dell’approccio amministrativo, e cioè un’ordinanza sindacale con relative prescrizioni e sanzioni, anche nel momento in cui si concede l’autorizzazione all’attività estrattiva".

Le soluzioni proposte da Legambiente sono riguardano "l’obbligo di tenere costantemente e scrupolosamente pulite da marmettola e terre tutte le superfici di cava e delle sue pertinenze, come per esempio piazzali, aree servizi, rampe, ravaneti, vie d’arroccamento e versanti".

che si dovrebbe istituire "il divieto di esporre al dilavamento meteorico i materiali fini, siano essi in superficie o contenuti all’interno di strutture permeabili in cumuli, rampe, ravaneti, piazzali di detriti - vanno avanti da Legambiente -. Si propongono sanzioni adeguatamente dissuasive in caso di inadempienza come sospensione dell’autorizzazione per dieci giorni alla prima irregolarità, per un mese alla seconda e ritiro definitivo dell’autorizzazione alla terza, senza possibilità di ripresentare una nuova richiesta di autorizzazioni.

Per essere chiari – prosegue il documento degli ambientalisti – dobbiamo adottare la logica del codice della strada - concludono da Legambiente -, si sanziona chi passa col rosso per prevenire incidenti. Così dobbiamo fare per le aziende. Puniamo quelle che non tengono la cava ‘pulita come uno specchio perché è certo che prima o poi la marmettola lì accumulata finirà in fiumi e sorgenti". In sostanza si propone un principio di precauzione che ribalda la strategia e che punta soprattutto sulla prevenzione.