
Ieri la cerimonia in ricordo delle 159 vittime dell’eccidio dell’agosto 1944 con l’orazione ufficiale dell’europarlamentare Pd Nardella
Il vento dolce ieri mattina accarezzava l’erba in quelli che furono luoghi di morte. Vento che oggi racconta la storia di una comunità che non vuole dimenticare. Anzi, che vuole insegnare il rispetto per la vita, accogliendo e spiegando il male a chi vuole ascoltare. “In Valla sono tutti morti. In Valla sono tutti morti“. Il primo a dare il triste annuncio relativo alla scoperta dei moltissimi corpi trucidati e abbandonati – 107 tra donne e bambini – nella frazione del fivizzanese fu Martino Conti, all’epoca tredicenne. E’ proprio in quel lembo di terra che ieri mattina si è svolta la cerimonia per l’81° anniversario della strage di San Terenzo Monti-Bardine, dove in tutto furono trucidate 159 persone tra 17 e 19 agosto ’44.
Prima è stata deposta una corona di fiori alla lapide che ricorda le vittime al ponte di Bardine, poi il corteo si è spostato per compiere il medesimo gesto al cimitero locale. Infine, dopo un breve corteo, il raggiungimento della località Valla dove è stata celebrata una messa e dove poi si sono susseguiti gli interventi delle autorità. A prendere la parola per primo è stato il delegato alla Memoria del Comune di Fivizzano Roberto Oligeri, che ha ricordato proprio la figura di Padre Martino Conti "sacerdote originario di San Terenzo, fine teologo e per anni Rettore della Pontificia Università Antoniano di Roma, che fu amico e confessore dello scomparso Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro" e quella di di Almo Baracchini "cui va il merito di essere stato il primo a togliere i morti appesi dai nazisti vicino al cimitero di Bardine, con il cartello in italiano “chi gli darà sepoltura farà la stessa fine“". Dopo l’intervento del sindaco Gianluigi Giannetti ha preso la parola la Console Generale della Repubblica Federale di Germania, Susanne Welter, alla sua seconda visita, che ha sottolineato "la sensazione di profonda amicizia con questi luoghi". Le ha fatto eco Thomas Keller, borgomastro di Engelsbrand, che ha lodato "il lavoro svolto a livello locale e gli stretti rapporti di scambio culturale con Fivizzano". Infine l’orazione ufficiale dell’europarlamentare Pd Dario Nardella: "Incomprensibile il male che qui è stato fatto – ha detto, ricordando anche altri luoghi di strage come Marzabotto e Sant’Anna di Stazzema – Nella realtà toscana il ruolo e l’importanza della Memoria sono cruciali, così come lo è quello dei giovani. I treni della Memoria sono un veicolo di crescita morale e sociale assoluto, schemi che il governo dovrebbe incentivare con risorse ad hoc".
Riflettori anche su altri due temi: la presenza di Markus Mayer, artigiano tedesco che ormai vive a Fivizzano e che ha replicato 7 croci in ferro, realizzate con materiale residuato bellico, in ricordo del sacrificio di alcuni oppositori politici tedeschi, storia narrata anche nel libro ’La settima croce’ di Anna Seghers divenuta film, proiettato in America nel 1944. Inoltre ha annunciato Oligeri, ideatore dell’intitolazione della piazza a Daniel Inouye, che una troupe americana sarà presente in autunno all’inaugurazione dell’agorà dedicata all’uomo che guidò i Nisei durante la Liberazione e divenne senatore. La sua città nativa Honolulu ha chiesto di gemellarsi con San Terenzo Monti: "Dedico il risultato a Monsignor Antonio Vigo per i suoi meriti".
Irene Carlotta Cicora