REDAZIONE MASSA CARRARA

Il progetto ’Caravaggio a modo mio’ tra arte, teatro e buona cucina

La nuova ’sfida’ della pittrice e scrittrice massese Manola Caribotti. Buona la prima a Forte dei Marmi

MASSAAl via il progetto itinerante dell’artista massese Manola Caribotti ’Caravaggio a modo mio’. "E’ un progetto nato inizialmente come una sfida – spiega la pittrice e autrice del libro ’Pinocchio in viaggio’ – ho voluto riprodurre dodici opere del grande maestro seicentesco". ’Caravaggio a modo mio’ ha preso corpo, con successo, nei giorni scorsi a Forte dei Marmi, al ristorante Marco Forte presso il Bagno Margherita, con l’evento ’Apericena Barocum’. Una serata che ha chiamato più linguaggi, non solo arte, ma anche teatro e cucina in un viaggio sensoriale.

Il percorso ha coinvolto il pubblico a vivere un’esperienza in un salotto a cielo aperto di fronte al mare, attraverso i cinque sensi: il gusto e l’olfatto, con le creazioni dello chef Marco Mariani, la vista con le opere esposte illuminate da candele, l’udito con il verbo del teatro, della musica e, a chiudere, il tatto. I fruitori si sono trovati di fronte non a una esposizione di tele, ma cassette: contenitori che, una volta aperti, sprigionano emozioni, suggestioni, sorprese per dare spazio a un dialogo ad ampio raggio.

"Da quelle cassette, infatti, è nato un copione teatrale: una conversazione intima e profonda tra l’artista e i suoi stessi dipinti, un viaggio introspettivo che permette di avvicinarsi alla tormentata sensibilità del pittore lombardo – ha evidenziato Caribotti –. Un Caravaggio che parla, che si interroga, che rivela le sue fragilità e la sua genialità".

Lo spettacolo teatrale scritto da Caribotti ha visto come interpretate il volto del giovane attore massese Nicolò Barbato, di appena 15 anni, allievo della Arts & Musical School di Massa. In un monologo, ha interpretato l’artista del primo Seicento, per far rivivere la sua complessa e travagliata personalità. A scandagliare altri aspetti psicologici attraverso la lettura delle opere è intervenuta la psicologa e psicoterapeuta Cecilia Spicuglia che ha così dato una visione più approfondita. L’iniziativa vede la collaborazione di Tamara Bianchi e Marco Ricci, è stata dedicata a Claudio Barbato. Il pubblico, a dire dell’artista viene invitato a compiere un vero e proprio ritorno al Seicento: "le persone si trovano sedute, come se fossero in una cantina, immerse in una luce calda e contrastata, tra candele e ombre, assaporano cibi e atmosfere dell’epoca, vivono l’arte in modo diretto". Un progetto itinerante che guarda a trasformare una location in un sipario teatrale e che abbraccia il vero senso della convivialità.

Manuela Orsini Merani