
Il sindaco Jacopo Ferri
Prosegue il braccio di ferro tra il sindaco di Pontremoli Jacopo Ferri e la società Dea che gestisce il Centro Collettivo della S.S. Annunziata dove sono ospitati 17 migranti. Già da qualche mese il Comune ha contestato l’adeguatezza dell’edificio scelto per l’accoglienza sulla base di valutazioni tecniche e di opportunità rispetto alla collocazione.
"L’amministrazione si è limitata a verificare, e continuerà a farlo con puntualità, che fossero e siano rispettate le regole che pure sono da rivedere – dice Ferri – Ho sempre giudicato inadatto l’immobile della SS. Annunziata per un utilizzo simile. Il suo stato fisico, la sua destinazione urbanistico-edilizia, la sua collocazione su un pericoloso incrocio in affaccio sulla SS. della Cisa e una via di fuga attraverso scala impervia verso fiume. Erano tutti elementi che avrebbero ragionevolmente consigliato, e consigliano tutt’ora, di evitare una simile scelta. Sin dalla fase dei lavori di ristrutturazione si sono quindi riscontrati problemi, subito segnalati all’Ispettorato del lavoro e ai vigili urbani, che hanno elevato le relative contravvenzioni".
Il Comune ha avviato le necessarie procedure amministrative rispetto alla non rispondenza di elementi urbanistico-edilizi. "In particolare ho, a più riprese, segnalato che non sarebbe stato possibile utilizzare in alcun modo il piano terra dell’immobile, avendo quest’ultimo una destinazione non residenziale – aggiunge il sindaco – Nonostante ciò, la proprietà ha proseguito le proprie attività".
Il sindaco poi sottolinea: "Non ho mai chiesto né a lei né ad altri di spostare qualcuno dal Centro della SS. Annunziata o di ospitarvi qualcun altro rispetto a quanti vi erano destinati. Ho sempre e solo domandato il rispetto tassativo della utilizzazione degli spazi, semmai proprio a tutela delle persone che debbono occuparli".
Ferri vuole anche ribadire come sia assolutamente necessario che "il Governo e la Regione rivedano sensibilmente le regole dell’accoglienza di profughi in Italia, tenendo presenti alcuni aspetti che è essenziale definire e normare. Sarebbe necessario un criterio proporzionale rispetto alla popolazione dei Comuni nella distribuzione degli ospiti, con un processo decisionale autorizzativo condiviso a livello locale, le norme per la capienza degli immobili identiche a quelle per le residenze normali. Infine i Centri collettivi dovrebbero avere personale presente h24 in loco (almeno 1 ogni 6/7 persone)".