MAURIZIO MUNDA
Cronaca

Don Lorenzo raccontato dai ‘suoi’ giovani

Erano gli anni della ricostruzione e un prete arriva da Roma nella parrocchia della Sacra Famiglia di Marina di Carrara...

Erano gli anni della ricostruzione e un prete arriva da Roma nella parrocchia della Sacra Famiglia di Marina di Carrara nel 1955 e dopo una manciata di anni dà vita ad un circolo di cultura: un gruppo di adulti e giovani universitari in contatto con l’allora sindaco di Firenze Giorgio La Pira e con la Nomadelfia di don Zeno Saltini. Poi gli anni del boom economico, la contestazione studentesca del ‘68, l’autunno caldo del ’69, e per molti giovani di Marina padre Lorenzo, al secolo Aldo Perri da Roma, è un faro. E i ragazzi di allora vogliono ricordarlo a un secolo dalla nascita e nel trentennale della morte: una messa mercoledì 16 nella chiesa della Sacra Famiglia di piazza Menconi alle 18.30 e una serata di riflessioni giovedì alle 21 al cinema Manzoni.

Un apostolato sempre rivolto ai giovani e tra i giovani quello di padre Lorenzo, dell’ordine religioso dei Servi di Maria: insegna religione alla scuola media Buonarroti, crea l’oratorio, al Manzoni avvia il cineforum con film che fanno ragionare, dà vita a gruppi giovanili che si divertono, riflettono, leggono anche la Bibbia. “Ritrovare Padre Lorenzo per Rinnovare se stessi” è il titolo della serata dove chi lo ha conosciuto è invitato a portare un ricordo per ricostruire il suo messaggio. Padre Lorenzo è stato un prete scomodo, fuori dai canoni tradizionali della Chiesa del tempo, fece scandalo tra l’ipocrisia dei benpensanti locali, un po’ come don Lorenzo Milani di Barbiana. Le sue omelie non facevano sconti a nessuno, introdusse la ‘messa beat’ con canti religiosi moderni accompagnati da strumenti per l’epoca quasi profani (chitarra, basso, tastiere e batteria), scese in campo al fianco degli operi del cantiere navale in lotta contro la chiusura. Fu in contrasto con il vescovo, Aldo Forzoni, fino al trasferimento, nel 1978, a Viareggio dove lontano dai suoi ragazzi non resistette a lungo. L’anno dopo si rifugiò ad Ameglia prima di tornare all’Annunziata a Firenze dove morì nel 1995.

Maurizio Munda