
Uno sbarco di migranti al porto di Marina di Carrara (foto di repertorio)
Maxi operazione della Polizia di Stato lungo lo Stivale su false pratiche e mazzette per gli ingressi di migranti. L’operazione, realizzata con modalità ’ad alto impatto’ – che ha portato a 10 arresti, di cui 9 stranieri – ha coinvolto anche la Squadra Mobile di Massa Carrara guidata da Antonio Dulvi Corcione. Insieme a quelle delle città di Bari, Bologna, Cagliari, Caltanissetta, Caserta, Foggia, Matera, Milano, Monza Brianza, Piacenza, Prato, Ravenna, Reggio Calabria, Reggio Emilia, Rieti, Savona, Taranto, Terni, Torino, Treviso, Vercelli e Vibo Valentia, con il prezioso supporto dei Reparti prevenzione crimine e degli Uffici Immigrazione delle Questure interessate.
Sono state 167 le imprese o abitazioni controllate, con anomalie accertate in 100 casi; 1.418 soggetti controllati, di cui 1317 stranieri. Tra i quali: 135 stranieri sui quali cono in corso accertamenti per sospetta irregolarità sul titolo di permanenza in Italia; 65 italiani e 27 stranieri tutti datori di lavoro, deferiti all’Autorità giudiziaria o nei confronti dei quali sono in corso approfondimenti investigativi per la commissione di diversi reati, tra cui favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, falso documentale e sostituzione di persona.
Sono i risultati della vasta operazione coordinata dal Servizio centrale operativo (Sco), per contrastare l’immigrazione clandestina, con particolare riguardo alle falsità documentali connesse alle procedure di ingresso disciplinate dal decreto flussi.
Al termine delle indagini, svolte dalle Squadre mobili su impulso dello Sco, sono emerse numerose anomalie nelle procedure di ingresso disciplinate dal decreto flussi, come ad esempio l’indicazione di domicili fittizi o inesistenti, alcuni dei quali indicati innumerevoli volte come luogo destinato ad ospitare il lavoratore straniero. Inoltre, è emerso che diversi gruppi criminali hanno sfruttato i tentativi di centinaia di stranieri di entrare in Italia, offrendo agli stessi di regolarizzarli, con ingenti profitti illeciti, tenendo presente che per ogni ‘pratica’ gestita irregolarmente vengono richiesti compensi tra mille e 5mila euro. Si stima che i proventi illeciti generati superino i 500.000 euro. Tra le modalità più diffuse la falsificazione di documenti, ad esempio allegando alle istanze di ingresso falsi contratti di lavoro o false attestazioni di soggiorno, oppure l’offerta di servizi di intermediazione illecita.