Non si placa la polemica politica intorno all’evento che si è svolto nei giorni scorsi alla Rinchiostra, intitolato “Nuances ebraiche“. Incastonato in un periodo storico complesso e ricco di contraddizioni. "La musica non è riuscita, nella sua bellezza e nella bravura degli esecutori, a farci dimenticare le parole sbagliate dei due presentatori del concerto che in tema di scarsa conoscenza della storia e di revisionismo sono maestri; la parola Cultura è stata usata più volte ignorandone il senso – ha attaccato il Comitato Ugo Pisa – L’esordio del presidente dell’Associazione Italia Israele è stato porre l’accento sulla data di origine di un massacro, il 7 ottobre 2023, dimenticando la colonizzazione, la sistematica distruzione dei villaggi nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania, perpetuata dallo Stato di Israele da oltre 50 anni. Torniamo al concerto, la musica della tradizione ebraica. Ottima ma pessima la performance di un parterre e di una Associazione che farà presto o tardi i conti con la Storia".
Un attacco cui erano rapidamente seguite le parole dell’Associazione Apuana Amici Italia–Israele: "L’evento è stato un concerto culturale, dedicato esclusivamente alla musica e alla tradizione ebraica, senza riferimento a vicende internazionali – spiegano – Definire questa iniziativa come “pro-Israele” significa confondere volutamente i piani e finire per colpire non un governo o una politica contingente, ma l’ebraismo. E’ il meccanismo tipico dell’antisemitismo contemporaneo: ogni volta che si vuole attaccare Israele, ci si accanisce in realtà contro gli ebrei, la loro cultura e la loro storia. Il concerto ha registrato un’ampia partecipazione di pubblico e istituzioni, confermando che la cultura è terreno di dialogo e di memoria condivisa, non strumento di contrapposizione. Chi confonde la cultura ebraica con la politica del Medio Oriente finisce per colpire un intero popolo nella sua storia e nella sua identità".
Ma Gaza FuoriFuoco non ci sta e rilancia sulla cultura: "Queste sono ore drammatiche per la popolazione palestinese sottoposta a genocidio, a crimini di guerra inenarrabili, non solo a Gaza ma anche nella West Bank – spiegaGiancarlo Albori – Assieme a tante organizzazioni, da tempo, ogni giorno, portiamo il nostro impegno in tutto il territorio nazionale, Massa compresa, per informare e fare quanto possibile per sostenere la popolazione palestinese. Gaza FuoriFuoco Palestina ha richiesto regolarmente il patrocinio per le due mostre: “Qui Resteremo” e “Kufia”, accompagnate da iniziative culturali, e ha avuto come prima tappa italiana Massa a gennaio. Ovviamente, abbiamo espletato tutte le procedure indicate: il silenzio è stato assordante. Abbiamo richiesto un incontro al sindaco e al suo ufficio stampa per illustrare la natura e il valore culturale della mostra. Anche in questo caso, nessuna risposta. Abbiamo invitato il sindaco all’inaugurazione: né lui né alcun rappresentante dell’amministrazione si sono presentati. In una città che ambisce a candidarsi a Capitale italiana della cultura, riteniamo sia stato grave non patrocinare e non supportare una mostra che, oltre ad essere ospitata e patrocinata in tutta Italia, rappresenta una testimonianza fondamentale di ciò che sta accadendo a Gaza e in Cisgiordania, raccontata da fotografi che rischiano la vita per documentare la realtà del popolo palestinese. Il Comune di Massa, in questi anni, non ha mai fatto proprio un atto di umana pietà nei confronti della tragedia palestinese, ma magari ci sbagliamo. Sindaco, sostenga le iniziative affinché Francesca Albanese possa diventare premio Nobel per la Pace, faccia sventolare alla marcia Perugia-Assisi gli aquiloni per una Palestina libera di autodeterminarsi".