MICHELE SCUTO
Cronaca

Bagnino salva bimba di 8 anni, era su una tavola oltre le boe

È successo davanti al bagno del Bar Vittoria. La corrente l’aveva spinta al largo. Domenico Tarantino l’ha vista con il binocolo ed è intervenuto con il pattino

Domenico Tarantino, il bagnino dello stabilimento Bar Vittoria (foto di Paola Nizza)

Domenico Tarantino, il bagnino dello stabilimento Bar Vittoria (foto di Paola Nizza)

Marina di Massa, 5 luglio 2025 – Sul litorale apuano, sotto un cielo terso e un mare che sembrava calmo solo in apparenza, una bambina di circa otto anni stava per essere inghiottita dalla corrente, sola su una tavola oltre la linea delle boe, troppo lontana dalla riva, troppo piccola per salvarsi da sola. Sembrava un attimo come tanti in spiaggia, uno di quelli che sfuggono all’occhio distratto. Ma non a quello di Domenico Tarantino, storico bagnino di Marina di Massa, in servizio presso lo stabilimento Bar Vittoria. Bagnino d’esperienza, occhi sempre incollati al mare e binocolo a portata di mano, ha intercettato quella presenza fuori posto in mezzo all’acqua. A salvarle la vita è stata la sua capacità di osservazione, il suo istinto e una prontezza che solo chi è abituato a leggere il mare come si legge una pagina scritta può avere.

“L’ho vista con il binocolo – racconta Tarantino – era troppo piccola per stare da sola là fuori. Aveva il volto pallido, le labbra tremanti, era appesa a una tavola e non riusciva nemmeno a nuotare. In un attimo ho lasciato il mio collega Paolo, gli ho detto di dare un occhio alla spiaggia e mi sono lanciato con il pattino”. Il mare non era mosso ma c’era una forte corrente superficiale che ha trascinato la bimba con la sua tavola a largo. L’ha sollevata con fermezza, le ha parlato con dolcezza, cercando di farla respirare, di farle sentire che non era più sola. Le ha promesso un gelato, un piccolo espediente per strapparla al terrore. L’ha stretta a sé e l’ha riportata verso la riva, mentre da lontano si alzavano urla e mani in aria: erano i genitori, fermi su un’altra spiaggia, bloccati dai lavori in corso, impotenti. Piangevano mentre correvano incontro alla figlia. La madre, nel vederla finalmente salva, ha abbracciato Tarantino, baciandogli le mani, tremando forse più della bambina. Un gesto di riconoscenza pura, istintiva, disperata. La piccola si era allontanata senza dire nulla, prendendo una tavola da un’amichetta e lasciandosi trasportare dalla corrente, inconsapevole del pericolo. Poteva essere una tragedia, si è trasformata in un salvataggio eroico grazie a un solo sguardo attento, a una scelta immediata.

Non è la prima volta che Domenico Tarantino compie gesti di questo tipo. L’anno scorso ha salvato quattro persone in difficoltà, trascinate al largo, recuperandole con l’aiuto dei colleghi tra le onde, usando pattini, boe, fatica e coraggio. Poco tempo prima aveva rianimato una tredicenne in arresto respiratorio, riportandola alla vita con le tecniche apprese in anni di formazione e aggiornamento costante. Ma non è questione solo di tecnica: è questione di istinto, di vocazione. “Ogni estate almeno un salvataggio serio lo faccio – dice – ma per me non è un lavoro, è una responsabilità continua. Chi sta male in mare non può aspettare. Io guardo sempre, non mi distraggo mai”. Lo conoscono tutti, a Marina di Massa. È uno che non si lascia ingannare da un mare all’apparenza calmo, che distingue a occhio nudo chi appartiene alla sua spiaggia e chi no. Che si accorge di dettagli che agli altri sfuggono. “Quella bambina non veniva dal nostro tratto. L’ho capito subito. Se avessi pensato che era tutto sotto controllo, oggi sarebbe un’altra storia”. E invece la storia è quella di un uomo che ha trasformato la sorveglianza balneare in un esercizio di empatia, prontezza e dedizione. Un uomo che, grazie alla sua attenzione, ha riscritto il finale di un pomeriggio altrimenti destinato alla tragedia.