DANIELE ROSI
Cronaca

Allarme inquinamento Foci da ’bollino rosso’. Sono Carrione, Lavello, Brugiano e Versilia

Resi noti i dati del monitoraggio annuale di Goletta Verde sulla qualità delle acque lungo la costa. Colpa di scarichi non depurati e abusivi .

Resi noti i dati del monitoraggio annuale di Goletta Verde sulla qualità delle acque lungo la costa. Colpa di scarichi non depurati e abusivi .

Resi noti i dati del monitoraggio annuale di Goletta Verde sulla qualità delle acque lungo la costa. Colpa di scarichi non depurati e abusivi .

Allarme inquinamento alle foci dei fiumi locali. A certificare il bollino rosso, con dati su cui non c’è sicuramente da essere orgogliosi, ma che dovranno anzi indurre a profonde riflessioni, sono i campionamenti effettuati nelle scorse settimane da Legambiente, in particolare in quattro punti: la foce del Carrione a Marina di Carrara, la foce del Lavello alla Partaccia, la foce del Brugiano a Marina di Massa e infine quella del Versilia al Cinquale. Aree su cui comunque già adesso, nelle vicinanze della foce, è risaputo anche dagli stessi bagnanti di non poter trovare una buona qualità delle acque (il divieto di balneazione è fisso), con gli ultimi dati che non fanno appunto che confermare quanto già era noto, in questo caso mettendo nero su bianco numeri non ottimali. Questo è l’aspetto che sicuramente salta più all’occhio tra i tanti temi elencati ieri mattina al Bagno Morgana, a Marina di Carrara, per il consueto bilancio annuale di Goletta Verde sulla qualità delle acque lungo le coste toscane, compreso ovviamente il litorale apuano.

Nell’incontro sono stati snocciolati alcuni dati di monitoraggio raccolti da Legambiente a seguito di verifiche fatte sui corsi d’acqua, che pongono le foci dei fiumi tra Carrara, Massa e Montignoso, tra i fanalini di coda regionali insieme a poche altre eccezioni, con la dicitura ‘fortemente inquinato’ colorata in rosso che lascia poco spazio a qualsiasi interpretazione. All’incontro al Bagno Morgana erano presenti il portavoce di Goletta Verde Stefano Raimondi, Fausto Ferruzza presidente Legambiente Toscana insieme al direttore e responsabile acque Federico Gasperini, e per Arpat il direttore generale Pietro Rubellini con la direttrice tecnica Sandra Botticelli, infine la responsabile coordinamento Area 2 - Conou, consorzio nazionale oli usati, Alessia Merlo. L’esito delle analisi microbiologiche, dato globale a livello regionale, riguardo i parametri di Escherichia coli e di enterococchi intestinali, ha evidenziato parametri oltre i limiti di legge per 12 punti campionati su un totale di 20. Di quei 12 punti inquinati, ben 4 appunto, quindi un terzo regionale, sono sulle 4 foci di Massa Carrara.

"Purtroppo per l’area di Massa Carrara si sono registrate delle conferme in negativo – ha spiegato Federico Gasperini – con la situazione delle acque locali che non è ottimale. Si tratta di dati su aree non di balneazione, ma con inquinanti che poi vanno comunque in mare. In altre aree toscane la situazione è migliore". Il Carrione ad esempio ha registrato valori ben oltre la soglia minima, che segnano 22300 unità di escherichia coli ogni 100 ml, con il valore ottimale che dovrebbe essere sotto le 500 unità; e circa 8000 unità di enterococchi ogni 100 ml, con il valore ottimale che dovrebbe essere sotto le 200 unità. Numeri alti anche alla foce del Lavello, sebbene leggermente più bassi, così come alla foce del Brugiano. Tra le cause individuate, c’è in primo luogo la presenza lungo l’intero corso d’acqua di eventuali scarichi non depurati, con in aggiunta anche scarichi abusivi. Una delle colpe è da attribuire anche al cambiamento climatico, che con il cosiddetto ‘effetto pistone’, quindi delle violente bombe d’acqua, getta in acqua grandi quantità di inquinanti.

"Prima si avevano piogge costanti anche in estate – ha spiegato Pietro Rubellini di Arpat – ma adesso a periodi di secca avvengono violenti nubifragi, che ‘sparano’ in acqua molti inquinanti in grande numero. Per quanto riguarda la presenza di marmettola nel Carrione, si stanno valutando alcune ipotesi sullo studio degli isotopi del marmo per avere un quadro migliore sulla natura della diffusione della marmettola stessa".