PAOLO PACINI
Cronaca

“Bocciate mia figlia”. L’appello della madre di una ragazza autistica

La 21enne frequenta la quinta superiore a Lucca. “A giugno potrebbe chiudere con la scuola, ma sta facendo progressi miracolosi e ho chiesto di trattenerla un anno“

La ragazza mentre abbraccia una docente di sostegno

La ragazza mentre abbraccia una docente di sostegno

Lucca, 1 maggio 2025 – “Spero che mia figlia venga bocciata ora a giugno, anche se temo che la scuola intenda promuoverla... Sì, proprio così. Spero che riflettano bene sull’opportunità di trattenerla per un altro anno scolastico come abbiamo loro proposto in modo da consolidare i suoi piccoli ma fondamentali progressi. Lo so, ai genitori di uno studente normodotato questo mio appello può apparire un po’ paradossale, ma il caso di mia figlia è molto particolare e vorrei che qualcuno mi ascoltasse...“.

Così la mamma di una studentessa lucchese ventunenne che frequenta il quinto anno di un istituto scolastico cittadino. La ragazza è affetta da un disturbo autistico e da una grave malattia rara che rendono problematici i suoi rapporti con i coetanei, anche se ad esempio non ha alcuna difficoltà motoria e pratica vari sport.

“In cinque anni di superiori – spiega la mamma – non è mai stata in classe. Segue il percorso “C“ ed è stata tenuta tutto il tempo fuori dall’aula. Solo da poco tempo, grazie a una nuova cura proposta dalla Stella Maris, ha iniziato a cercare il contatto con i compagni di classe. Quando mi hanno mandato una foto di lei seduta al banco mi sono commossa, incredula. Ha anche toccato la spalla di una compagna per attirare la sua attenzione. Qualcuno sorriderà, magari, ma per chi ha un figlio autistico grave sono passi avanti quasi miracolosi”.

“Vorrei che la scuola capisse – aggiunge la mamma della studentessa – che è una fase cruciale in cui rafforzare queste piccole conquiste. Ho presentato la documentazione necessaria per chiedere il trattenimento di un anno come prevede la normativa, una scelta suggerita dalla stessa relazione della Stella Maris e della neuropsichiatria dell’Asl. Ma ho la sensazione che la scuola intenda invece promuoverla e chiudere qui la sua esperienza”.

Una sensazione condita da amarezza anche per altri recenti episodi che si sono verificati.

“Ho scoperto – aggiunge la mamma – che la sua classe quinta è andata di recente in gita scolastica per quattro giorni, senza neppure avvertirci. Mia figlia ha saputo il giorno prima che compagne e compagni sarebbero partiti senza di lei per la gita e non voleva più andare a scuola... Ci siamo rimaste male. Il problema era l’assistenza? Capisco bene, ma io sarei andata insieme a lei. Si poteva trovare un compromesso invece di escluderla a priori. Ma del resto è stata esclusa anche da incontri di pallavolo e progetti lavoro, i PCTO. Non so che dire, vorrei un confronto con l’Ufficio Scolastico, capire se il problema è quello di finanziare i docenti di sostegno e mia figlia autistica è quindi ritenuta solo un costo, un ramo da tagliare. Quello che è triste è che adesso sta cercando finalmente il contatto con i suoi pari, vorrebbe essere coinvolta e probabilmente sarà promossa e mandata via. Che futuro l’aspetta?”.